Napoli

Quando al minuto 59 di Inter-Nappil Francesco Acerbi ha apostrofato Juan Jesus con un epiteto razzista, il Padreterno, che era beatamente intento ad ammaestrare angeli e cherubini a portare da nord a sud colombe e uova pasquali, è sobbalzato. "Ma come" - si è detto - "dopo stalle, Re Magi, comete, parabole, passioni e crocefissioni, quelli laggiù credono ancora che il colore della pelle renda conto più delle viscere, del cuore e dell'anima?" Dall'alto della sua immensa misericordia, così, al buon Dio non restava che la legge del contrappasso. Che è giunta, con celestiale puntualità, al minuto 81.