Avellino

Secondo le proiezioni, più della metà della popolazione mondiale sarà in situazione di sovrappeso o di obesità da adesso al 2035. Si stima che un indice di massa corporea (BMI) alto è stato responsabile di 4 milioni di decessi nel mondo nel 2015, tra i quali più dei due terzi sono causati da malattie cardiovascolari. Il sovrappeso e l’obesità sono indipendentemente associati ad un rischio aumentato di eventi cardiovascolari, anche dopo la presa in conto dei fattori di rischio metabolici  legati all’eccesso di peso. Gli agonisti del recettore del glucagon-like peptide-1 (a-GLP-1R) sono utilizzati nel trattamento del diabete di tipo 2 e del sovrappeso e dell’obesità, e riducono il rischio di eventi cardiovascolari indesiderabili maggiori nei pazienti affetti da diabete di tipo 2, che presentano un rischio cardiovascolare elevato. Comunque, allo stato, non si sa se gli a-GLP-1R possono ridurre il rischio cardiovascolare associato al sovrappeso e all’obesità, in assenza del diabete.

Così, l’obbiettivo dello studio SELECT (Semaglutide Effects on Cardiovascular Outcomes in People with Overweight or Obesity) era di valutare l’effetto di semaglutide sul rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti in sovrappeso o obesi con una malattia cardiovascolare preesistente e in assenza di diabete. Si tratta di uno studio multicentrico, in doppio cieco. Sono stati inclusi dei pazienti dell’età di 45 anni, affetti da una malattia cardiovascolare preesistente e con un BMI di oltre 27 kg/m2, ma senza alcun antecedente di diabete. I pazienti sono stati randomizzati a caso secondo un rapporto 1:1 per ricevere una volta alla settimana semaglutide sottocute alla dose di 2,4 mg, o un placebo.

Il criterio di valutazione cardiovascolare principale era: la comparsa di un decesso dovuto a cause cardiovascolari, un infarto del miocardio non mortale o un ictus vascolare cerebrale non mortale. La sicurezza era stata ugualmente valutata. In totale sono stati reclutati 17.604 pazienti; 8803 hanno ricevuto semaglutide e 8801 un placebo.

Un evento cardiovascolare principale è comparso in 569 degli 8803 pazienti del gruppo semaglutide e in 701 degli 8801 pazienti del gruppo placebo. La variazione media del peso corporeo nel corso delle 104 settimane era di meno del 9,39% con semaglutide e di meno dello 0,88% con il placebo. L’incidenza di eventi indesiderabili gravi era minore nei pazienti sotto semaglutide rispetto a quelli sotto placebo. In conclusione, nei pazienti con una malattia cardiovascolare preesistente e un sovrappeso o un’obesità, senza diabete, semaglutide sottocute, ogni sette giorni alla dose di 2,4 mg, si è rivelata superiore al placebo nel ridurre l’incidenza globale dei decessi di origine cardiovascolare, degli infarti del miocardio non mortali e degli ictus vascolari cerebrali non mortali, il tutto dopo un controllo di 38,8 mesi. La cosa imbarazzante è che le molecole di questa classe sono impiegate nei nostri ambulatori da più di dieci anni per la cura degli obesi che siano o no diabetici, e comunque cardiopatici. La moda esplosa attualmente è un segno di provincialismo.

L'autore è Medico - Endocrinologo