Impedire al direttore di Repubblica Maurizio Molinari di partecipare ad un dibattito pubblico all'Università Federico II di Napoli, che hanno fatto, rivendicandolo, i militanti di un collettivo auto-organizzato dell'ateneo partenopeo, è un atto "inconcepibile, inqualificabile" e di una "gravità inaudita". Lo sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. "Per non parlare poi - continua - dell'atteggiamento e dell'aggressività che c'è nei confronti dei cittadini di religione ebraica: quello che è successo al direttore della Repubblica all'università di Napoli è qualcosa di inqualificabile. Impedire ad un giornalista, direttore di un quotidiano che non mi pare di estrema destra, di parlare perché ebreo, perché sionista mi sembra un atto inconcepibile, di una gravità inaudita in un Paese come l'Italia. Credo che tutto ciò debba essere impedito". "Si può discutere - aggiunge Tajani - si può parlare, si può essere d'accordo, si può essere contro chi difende i diritti della Palestina, chi difende i diritti di Israele: il dibattito è aperto. In una democrazia si può manifestare, ma manifestare non significa impedire agli altri di manifestare o di parlare: si può essere contro la politica del governo israeliano, si può essere contro Israele, ma questo non significa che chi difende certe posizioni poi non ha diritto di parlarne. Questo è veramente un atteggiamento antidemocratico. Ma varrebbe lo stesso se fosse accaduto nei confronti di chi voleva difendere le ragioni della Palestina: attenzione - conclude - anche noi difendiamo le ragioni della Palestina".