Avellino

Più volte ho espresso preoccupazione per l’aggressione dell’Irpinia da parte della Puglia, della Lucania e della Provincia di Salerno, interessate alla nostra acqua.

Trovo illuminante un ricordo.

L’Ente Irrigazione aveva gli Uffici a Via Tagliamento. Bastò poco per farmi convincere che era un covo di affaristi. Restai sbalordito quando il responsabile della sede di Avellino venne alla Comunità Montana del Partenio, della quale ero Presidente, per chiedermi di sponsorizzare un loro progetto, dal titolo “Strada a scorrimento veloce di collegamento di due zone irrigue, Valle Caudina – Pianodardine”.

Rifiutai e aggiunsi: Non sapevo che l’acqua scorresse sulle strade, invece che nei canali. Presero un’altra strada, ma il Progetto non fu approvato. Tornarono con il Progetto, il cui titolo era diventato “Strada a scorrimento veloce di collegamento tra due zone ASI”. Rifiutai, perché secondo il progetto, la strada non iniziava dalla zona ASI Valle Caudina, ma dal Comune di Paolisi, che non aveva niente a che vedere con l’Irpinia, cosa che avrebbe tolto all’agricoltura oltre 40 Ha di terreno all’agricoltura. Al Progettista dissi: “Più lunga è la strada, più lauta è la parcella”. Per la mia posizione, fui minacciato.

L’Ente Irrigazione aveva progettato e costruito anche l’impianto di Fontanovella nel Comune di Lauro, per lavorare le nocciuole, e altre strutture costose, ma che non avevano niente a che vedere con l’irrigazione. Un’altra dimostrazione dello strapotere pugliese l’ebbi quando da Assessore Provinciale dell’Edilizia Sportiva, proposi di far diventare il Lago di Conza anche un campo per il Canottaggio. Avellino è l’unica Provincia meridionale ad avere questa possibilità. L’Ente Irrigazione ostacolò l’iniziativa. Coinvolsi il CONI, il Campione Olimpico Tizzano, il Governo, la Regione e i Partiti. Prevalse la mia posizione e organizzammo Gare di Canottaggio di interesse nazionale.

Questo è il passato. Da gennaio, è nata la Società Acqua del Sud, che prevede la chiusura della sede di Avellino. La Provincia, nel cui territorio c’è la quasi totalità dell’acqua che la Società deve gestire, è diventata marginale. Tutto il potere gestionale è nelle mani dei pugliesi. Come può l’Irpinia programmare una politica di valorizzazione dei laghi, dei fiumi del suo territorio, se il potere decisionale sta in altre Province?

La cosa scandalosa è che la Provincia, le Comunità Montane, i Comuni, i Sindacati, le varie Associazioni di categoria e le forze politiche perdono tempo in macchiette paesane, senza mai interessarsi dei veri problemi. Una delle maggiori risorse da valorizzare per provocare sviluppo ecocompatibile e attrattivo non ha trovato persone sensibili e preparate. Alla classe politica irpina basta ripetere la bestemmia dorsiana: “Ci vogliono 100 uomini di acciaio”. Ci sono altri tesori da valorizzare, ma nessuno dimostra di conoscerli.