Sarebbe uno degli autori dell'omicidio di Alfonso Fontana, 24 anni di Castellammare di Stabia, ammazzato lo scorso 7 febbraio a Torre Annunziata con più colpi di arma da fuoco nella zona di corso Umberto I. Per questo motivo i carabinieri del gruppo oplontino hanno eseguito un'ordinanza cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Napoli, a carico di Catello Marino, 52 anni, pluripregiudicato e ritenuto vicino al clan camorristico dei D'Alessandro, operante nel territorio di Castellammare di Stabia.
Per Marino si tratta della convalida del fermo, avvenuto due settimane dopo l'uccisione del giovane, quando il 52enne (conosciuto negli ambienti criminali col soprannome di ''o puparuolo') fu raggiunto nei pressi della propria abitazione dalle forze dell'ordine. L'uomo è accusato di omicidio commesso con premeditazione e per motivi abbietti, ma anche di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco, reati aggravati dalla modalità mafiosa e dal fine di affermare la superiorità del clan D'Alessandro.
Marino è accusato di essere stato l'esecutore materiale dell'omicidio di Fontana, che sarebbe stato portato a termine in concorso con altre persone che al momento restano da identificare.
Contro la vittima furono esplosi diversi colpi che centrarono il giovane alle gambe e al torace, prima di quelli al volto che ne causarono il decesso. Secondo gli inquirenti Gaetano Fontana era considerato una delle giovani leve della criminalità stabiese, ritenuto vicino ad una delle famiglie camorristiche che operano nella zona dell'Acqua della Madonna a Castellammare di Stabia. Il 24enne era nipote di Antonio Fontana (ex collaboratore di giustizia ed esponente dello stesso sodalizio criminale), ucciso in un agguato avvenuto ad Agerola nel 2018.