“La maggioranza di centrodestra che Giuseppe De Mita sostiene non esistere più, è la stessa che domani dovrà esprimere in Consiglio regionale il gradimento sulla sua nomina nel consiglio di indirizzo della Fondazione Ravello. Nomina decretata dalla Giunta regionale di cui De Mita è stato vicepresidente e della quale ha condiviso tutte le scelte che oggi ha la sfrontatezza di criticare. Siamo evidentemente alla più volgare pratica dei due forni posta in essere in maniera sfacciata e tracotante.” Lo afferma Sergio Nappi, consigliere regionale di Forza Italia.
“Pur di giustificare le sue dichiarazioni contro la maggioranza di Centrodestra – prosegue Nappi - De Mita sostiene di aver lasciato la Giunta in ragione di un dissenso sulle decisioni assunte da Caldoro e dal suo esecutivo. Niente di più falso: le dimissioni farsa, subito rientrate, servirono ad alzare il prezzo dell’ingaggio; e tutti sanno che un anno fa lasciò il posto di vicepresidente solo perché eletto (nominato) alla Camera dei deputati.”
“E’ vero, invece, come giustamente sostenuto dall’onorevole Angelo D’Agostino, che siamo dinanzi alla tattica di chi aspetta di capire chi ha più chance di vittoria. D’altronde è bene ricordare che i De Mita non sono nuovi a tali pratiche. Cinque anni fa attesero che il Governo Bassolino fosse ridotto allo stremo e, dopo aver contribuito nell'allora Giunta di centrosinistra ai disastri nella sanità e dei trasporti, lo abbandonarono per salire sul torpedone vincente di Caldoro e del centrodestra.”
“Dunque, bene ha fatto il deputato di Scelta Civica a chiedere chiarezza sulle alleanze, anche ad un Pd che, in sfregio ad ogni forma di correttezza e credibilità politica, rincorre l’Udc non curandosi di come potrà giustificare l’alleanza con un soggetto politico che, ad oggi, è parte integrante della maggioranza che regge il Governo Caldoro.”
“Mi auguro, come lo stesso D’Agostino auspica, che a prescindere dalle appartenenze politiche, ci sia sempre il rispetto delle regole e già da adesso la massima chiarezza sulle alleanze. In mancanza – chiude Nappi - , si configurerebbe un clamoroso imbroglio a danno dei cittadini campani.”