Due anni e 5 mesi, il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, ed una provvisionale di 25mila euro, immediatamente esecutiva, in favore della parte civile. E' la condanna- 2 anni e 3 mesi per un capo di imputazione, 2 mesi per un secondo- stabilita dal Tribunale per Angelo Iannotta (avvocati Giuseppe Stellato e Gennaro Ciero), 52 anni, di Sant’Agata de’ Goti, un appuntato dei carabinieri in servizio fuori provincia, accusato di essere il responsabile dell'esplosione dell'ordigno che la notte di Capodanno 2019, nella cittadina saticulana, aveva provocato gravi lesioni ad Antonietta, una 36enne che con il compagno stava festeggiando con altre persone l'arrivo del nuovo anno nella tendostruttura allestita in piazza Trieste. Prescritto un altro capo di accusa, all'imputato è stata concessa la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti.
Il pm Patrizia Filomena Rosa aveva chiesto 3 anni ed 8 mesi, l'avvocato Giuseppe Ciancio, per la parte civile, si era espresso per la dichiarazione di responsabilità dell'imputato, del quale i difensori avevano invece sollecitato l'assoluzione per non aver commesso il fatto. “Non c'è prova che la 'cipolla' fosse di Iannotta e che lui l'abbia posizionata”, avevano argomentato. Aggiungendo: “Iannotta ha ammesso di aver sparato dei rauti vicino ad un'aiuola dove si trovava “l'altra cosa”. E ancora: “In quel momento si determina una contaminazione con qualcosa che non era esplosa”, la conclusione.
Mancavano dieci minuti alle 17 quando il collegio (presidente Pezza, a latere Murgo e Perrotta) ha letto il dispositivo della sentenza – entro novanta giorni le motivazioni – alla presenza dell'imputato e di Antonella. Si chiude così, con una decisione che sarà senz'altro appellata, una vicenda che all'epoca aveva destato notevole clamore.
La malcapitata era stata colpita da una scheggia al torace e ad un polmone: soccorsa e trasportata all'ospedale Rummo, era stata sottoposta ad un intervento chirurgico d'urgenza. Le sue condizioni inizialmente erano state definite gravi, si era temuto il peggio. Poi erano migliorate, per fortuna, facendo tirare un lungo sospiro di sollievo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, era stata centrata da un frammento di una bomba carta che, innescata all'esterno della struttura, ad una distanza di circa 8 metri e mezzo, aveva bucato il tendone in più punti e ferito la poverina, che si trovava due metri e mezzo più in là.
Immediato l'avvio di una inchiesta che, supportata dall'analisi delle immagini registrate dalla telecamera di un negozio, dall'escussione di più testimoni e dal sequestro di alcuni indumenti, dopo due settimane era sfociata in una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmata dal gip Loredana Camerlengo.
Comparso dinanzi al giudice per l'interrogatorio di garanzia, Iannotta si era avvalso della facoltà di non rispondere.Il provvedimento a suo carico era però stato annullato dal Riesame di Napoli, che aveva accolto le argomentazioni difensive sull'insussistenza delle esigenze cautelari, del pericolo di reiterazione del reato.