Benevento

Ad 'aprire le danze' sarà Vincenzo Cinque (avvocato Antonio Leone), 25 anni, che domani mattina comparirà dinanzi al gip Roberto Nuzzo, chiamato a convalidare il suo arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Era scattato durante l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare per le quattro persone di Benevento, tra le quali Cinque, chiamate in causa dall'indagine del pm Giulio Barbato e dei carabinieri sulle botte e le torture di cui avrebbero fatto le spese tre giovani di San Leucio del Sannio.

Per Cinque erano stati disposti i domiciliari, ma durante la perquisizione dell'abitazione erano stati trovati 80 grammi tra hashish, cocaina e marijuana, oltre ad un bilancino. Tre involucri, contenenti oltre un grammo di cocaina, erano stati invece recuperati in caserma, forse dopo essere caduti da una tasca del 25enne, che per questo era finito in carcere.

Martedì sarà invece la volta degli interrogatori di garanzia, ma con il gip Vincenzo Landolfi, per lo stesso Cinque, il padre, Antonio Barone, 48 anni, al quale è stata applicata la custodia in carcere – anch'egli è difeso dall'avvocato Antonio Leone -, Emanuele Ucci (avvocato Luca Russo), 23 anni e Ludovico Lepore (avvocato Mario Villani), 53 anni, che sono invece agli arresti in casa.

Resta da capire se i quattro indagati decideranno di avvalersi della facoltà di restare in silenzio o di fornire la loro versione su una storia, che, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, se sarà confermata, è assurda e dai tratti agghiaccianti. Una vicenda che ha inevitabilmente avuto un notevole clamore, che parla di ciò che, soprattutto due dei tre giovani – sono rappresentati dagli avvocati Fabio Russo e Nazzareno Fiorenza – sarebbero stati costretti a sopportare. Vittime di violenze e di un trattamento degradante che si fa fatica a raccontare ancora.