Benevento

La fratellanza e la cura della terra, intesa come pianeta non come difesa dei confini. Umberto Galimberti a Benevento va dritto al punto nella sua lectio magistralis per gli studenti del festival filosofico del Sannio, organizzato dall’Associazione culturale filosofica “Stregati da Sophia”.

In un teatro San Marco gremito, Galimberti ha spiegato la sua visione “L’etica del viandante”. “Un’etica nuova, necessaria, perché nell’età della tecnica tutte le etiche dell’Occidente sono implose. Come fa l’etica a dire alla tecnica di non fare ciò che può? Tutte le etiche che abbiamo formulato, sono etiche antropologiche in quanto mettono l’uomo al centro dell’universo, non funzionano più. Se l’uomo non è più al centro, cosa lo è? Come organizza la sua vita l’uomo nel rapporto con gli altri e con se stesso? Come costruisce il suo linguaggio?”.

Un messaggio chiaro “L'uomo non c'è più, è uscito anche dalla storia, è un funzionario della tecnica che non è uno strumento nelle mani dell'uomo ma un mondo a parte”.

Guai a parlare di algoritmi “Per carità – avverte - ti fanno un profilo che non dice chi sei ma a cosa servi” e dunque l'appello alla difesa della terra e ad un mondo basato sulla fratellanza.