Avellino

Un agente della polizia penitenziaria si è tolto la vita nell'avellinese: l'uomo, 55 anni, originario di Serino, si è ucciso sparandosi nella sua abitazione.

Prestava in servizio nel carcere di Ariano Irpino e, al momento, sono sconosciuti i motivi del gesto. "Troppi sono i suicidi che si stanno registrando nel corpo di polizia penitenziaria", commentano Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti, segretario regionale e presidente dell'Uspp. "Bisogna, di concerto con l'ordine dei psicologi, incrementare il supporto psicologico ai poliziotti penitenziari. Giunga il nostro cordoglio alla famiglia del poliziotto suicida', concludono i due sindacalisti. 

 Il cordoglio della Fp Cgil Polizia Penitenziaria e Fp Cgil Regione Campania

"Desideriamo manifestare - si legge nella nota - un senso di vicinanza a tutti i suoi colleghi che in questo momento si staranno interrogando, come noi, come tutti i gli appartenenti alla polizia penitenziaria di tutta Italia, perché così tanti poliziotti penitenziari arrivino a compiere questi gesti estremi".

"La polizia penitenziaria - sottolinea Mirko Manna, Fp Cgil nazionale - ha la percentuale maggiore di suicidi tra tutte le forze di polizia dello stato. Incide sicuramente lo stress che i poliziotti penitenziari sono costretti a subire da decenni di incoerenza di politiche governative decise solo da questioni elettorali del momento. Non è normale che un servitore dello Stato venga spedito ogni giorno in prima linea contro i problemi generati da una gestione delle carceri che fa acqua da tutte le parti".

"Servono assunzioni immediate - conclude Manna - più di quelle propagandate nelle audizioni parlamentari che non sono nemmeno sufficienti a sostituire il personale che ogni anno va in pensione, si congeda anticipatamente. Assunzioni di polizia penitenziaria ma anche di personale delle funzioni centrali, per dare piena attuazioni al presupposto della sicurezza nelle carceri e alla funzione istituzionale che la costituzione indica all'amministrazione penitenziaria".

Il commento di Tiziana Guacci Donato Capece e Tiziana Guacci, rispettivamente segretario generale e segretario regionale del Sappe.  

"Il leader nazionale del sindacato autonomo polizia penitenziaria ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da troppo tempo senza segnali concreti di attenzione da parte del ministero della giustizia, e, pur evidenziando  che allo stato sono in corso accertamenti sulle ragioni del tragico gesto, rileva: “i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del personale di polizia penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare quanto prima un’apposita direzione medica della polizia penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’amministrazione penitenziaria”, conclude Capece. “Qui servono azioni concrete sui temi dello stress psico-fisico degli appartenenti al corpo!"

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria

“Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel corpo di polizia penitenziaria, la cui incidenza è notevolmente superiore che nella restante popolazione, è un fenomeno che necessita di essere investigato compiutamente e affrontato concretamente. Peraltro, non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo indispensabili e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano. Ciò si può realizzare, ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che rappresentano una vera e propria chimera per la gran parte degli appartenenti alla polizia penitenziaria, e con l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare inframurario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva. Certo, non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause. Siamo tuttavia convinti che il servizio espletato e la ‘violenza’ delle esperienze spesso vissute e subite siano fra esse, tanto che per noi i colleghi che si tolgono la vita sono morti in servizio e per servizio. Saremmo peraltro molto curiosi di sapere cosa ne è stato dell’osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora capo della polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia”, aggiunge il segretario della Uilpa polizia penitenziaria.

“Ci stringiamo costernati attorno al dolore della famiglia dell’assistente capo tragicamente scomparso; nondimeno invochiamo nuovamente misure urgenti da parte del governo che, prendendo atto dell’emergenza complessiva, possano mettere in sicurezza carceri che ospitano oltre 14mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili con  18mila unità di polizia  penitenziaria  in  meno rispetto  al  fabbisogno”, conclude De Fazio

Aldo Di Giacomo segretario sincacato polizia penitenziaria

“Il tragico gesto dell’agente di polizia penitenziaria, di 55 anni, che si è tolto la vita a Serino e che segue di una sola settimana un gesto analogo di un agente di Cosenza, accresce la nostra attenzione e il nostro impegno sull’aumento esponenziale dei suicidi: 11 tra il personale penitenziario negli ultimi due anni, 5 nel 2023, 4 nel 2022 e 2 in questo scorcio di nuovo anno”. Così Aldo Di Giacomo segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria. I dati ufficiali più aggiornati risalgono al 2022: 72 suicidi, così suddivisi: 16 nei Carabinieri; 8 nella Guardia di finanza; 3 dell’Esercito; 4 della Polizia penitenziaria; 24 della Polizia di Stato; 8 della Polizia locale; 5 Guardie giurate; 2 Vigili del fuoco; 2 dell’Aeronautica militare e marina. Nel corso del 2021 sono stati catalogati 57 suicidi, nel 2020 erano 51. In effetti, il suicidio è così diffuso in queste professioni che – commenta Di Giacomo - il numero di agenti di polizia morti per suicidio è più del triplo rispetto a quelli feriti a morte nell'esercizio delle loro funzioni. Una forte componente è connessa allo stress psico-fisico in moltissimi suicidi. E tra le molteplici cause, emerge proprio lo stress intenso cui le forze dell’ordine sono esposte quotidianamente, specie nelle carceri dove il personale solo nell’ultimo quadrimestre 2023 ha subito 514 aggressioni per un totale di oltre 1.800 in tutto l’anno. In Italia abbiamo delle grandi difficoltà, primo fra tutte non si indaga. Noi abbiamo chiesto di avere chiarezza su queste morti, perché è giusto che venga data una risposta in tempi rapidi, anche perché se si continua così a nascondere sempre il problema, tutte queste morti non avranno mai una risposta. È una situazione intollerabile che ci angoscia profondamente con il pensiero rivolto alle famiglie dei nostri colleghi”