Avellino

I primi risultati dell’inchiesta che la Procura della Repubblica di Avellino ha inviato sugli atti prodotti dall’amministrazione guidata da Gianluca Festa fanno emergere i contorni di una inquietante questione morale. I reati contestati agli indagati – una dirigente, un consigliere di maggioranza e il fratello - finora sono di associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione per l’esercizio delle funzioni, rivelazione del segreto d’ufficio e falso I magistrati stanno operando sulle vicende relative all’organizzazione del “Summer Festival 2023”, alla realizzazione dell’Info point di Piazza Libertà, allo svolgimento del concorso per Vigili urbani: ma – dalle indiscrezioni degli organi d’informazione – l’attenzione potrebbe essersi posata pure sul capitolo degli appalti, a partire da quello che riguarda l’abbattimento e la ricostruzione del complesso scolastico “Dante Alighieri” di via Piave. Come è facilmente prevedibile che sotto osservazione vada l’allestimento di “Eurochocolate”. Insomma, tutto lascia intendere che si sia soltanto agli inizi.

Il quadro è inquietante e già politicamente gravissimo. Di fronte al delinearsi della dimensione oscura e torbida del vero brand che caratterizza l’amministrazione di Gianluca Festa, l’associazione “Controvento” manifesta la piena fiducia nell’azione della Procura della Repubblica. I magistrati sapranno fare bene il proprio lavoro, ma ora tocca alla società avellinese e irpina guardare in faccia alla realtà. E quindi la questione morale che risalta nella sua evidenza dai fatti di Palazzo di Città non può non diventare argomento prioritario e urgente per le forze politiche che si propongono alternative a tali comportamenti.

Chi governerà ad Avellino dopo Gianluca Festa sarà inevitabilmente chiamato ad individuare, all’interno dell’apparato amministrativo, quella parte che si sia resa funzionale a tali modalità di governo, separandola da quanti anche nelle stanze del Palazzo di Città soffrono la malamministrazione di questa giunta e conducendo una radicale bonifica. Un’autentica rifondazione potrà avvenire soprattutto attraverso l’impegno a costruire davvero una casa di vetro trasparente e pulita, nel rispetto assoluto della legalità e della partecipazione, guardando esclusivamente al bene comune e non alle convenienze di parte. In un passato purtroppo lontano l’esempio di buone pratiche aveva aperto a prospettive di speranza. Oggi c’è bisogno di recuperare questo filo e attuare un’autentica svolta all’interno degli enti locali e negli enti di servizio, a cominciare dall’Alto Calore, a sua volta interessato da una indagine giudiziaria. Soltanto in questo modo si potrà consegnare alla comunità la fiducia nel cambiamento.