Benevento

(f.s.) Vincenzo Maiuri è uno che non nasconde le emozioni. Per questo piace alla gente, per la stessa ragione dopo 30 anni nel Sannio lo ricordano ancora con tanto affetto. “Quando torno qui è sempre qualcosa di speciale per me. Ho tanti amici ai quali voglio tanto bene. E' stata un'emozione anche percorrere la strada che portava allo stadio: quando ho giocato qui avevo 27 anni, ho avuto sempre il massimo rispetto per una piazza che mi ha accolto come un figlio. Dire che qui io sono stato un ospite in punta di piedi”.

Veniamo alla partita. Bello e ricco di speranze il primo tempo, da dimenicare la seconda frazione. "Cì sono stati due tempi diversi. Nel primo tempo abbiamo giocato bene, abbiamo colto un palo e i ragazzi mi hanno detto che c'era un rigore. Io non ho visto, riporto quello che mi hanno detto. Quando siamo andati sotto siamo usciti piano piano dalla partita. Tante gente era fuori ruolo, molti nonostante tutto si sono messi a disposizione. Non erano adatti al ruolo che abitualmente occupano. Il Benevento però ha meritato con un secondo tempo nel quale è venuta fuori tutta la qualità, la forza di un gruppo, i cambi pesanti all'interno di una stessa partita”.

Per il Sorrento c'è solo l'incombenza di raggiungere la salvezza: “Noi non ci culliamo, dobbiamo macinare altri punti, anche per migliorare le carriere individuali dei giocatori”. Singolare la protesta dei tifosi vestiti da operai da cantiere per il campo da calcio: “Lo stadio lo costruiamo noi”. Maiuri non può che dar loro ragione: “E' una protesta legittima, tutti stiamo aspettando lo stadio nuovo”.