Guardia Sanframondi

I genitori stavano cenando, lui stava facendo una doccia. Se li è visti piombare addosso all'improvviso. Sciarpa sul volto, l'hanno prima colpito, poi l'hanno minacciato puntandogli un punteruolo alla gola.

“Non guardarci in faccia, altrimenti ti ammazziamo”, gli hanno detto, in italiano, con una inflessione della voce che ne tradiva però l'origine. Europa dell'est, la probabile nazionalità dei due banditi che ieri sera hanno terrorizzato un 38enne avvocato di Guardia Sanframondi. Sono riusciti a svignarsela, rischiando anche di investire il papà del malcapitato, con un bottino di 500 euro e quattro bracciali in oro.

All'incirca le 20.30 l'orario dell'inizio dell'incubo, che si è materializzato in una palazzina a tre piani. Il professionista era al secondo, in bagno. I rapinatori hanno scalato una grondaia ed hanno raggiunto un balcone: l'hanno forzato e sono penetrati nell'abitazione.

Giovani, sui venticinque anni, atletici, carnagione chiara. Hanno costretto il malcapitato ad uscire dalla doccia, gli hanno consentito di indossare un accappatoio. Poi, dopo avergli sferrato un cazzotto al viso che gli ha fatto saltare un dente, l'hanno 'invitato' ad indicare loro dove si trovasse la cassaforte.

“Non ne abbiamo in casa”, ha risposto l'uomo mentre gli spingevano contro il collo la punta di un cacciavite. Minuti interminabili quelli che hanno scandito il 'tour' dei rapinatori e del loro ostaggio, illuminato dalla sola luce di una torcia che i balordi si erano portati dietro, in tutte le stanze dell'edificio. Primo, secondo e terzo piano, ovunque ambienti rovistati. Alla ricerca di denaro contante e preziosi.

Una 'visita' andati avanti senza che i genitori del legale, nel frattempo a tavola al piano terra, si accorgessero di qualcosa. Dopo aver allungato le mani su soldi e oro, gli autori dell'incursione hanno deciso di abbandonare il campo. Hanno cercato di chiudere a chiave la porta di uno sgabuzzino nel quale hanno fatto accomodare l'avvocato, poi sono fuggiti in gran fretta.

La vittima ha provato ad inseguirli, ha iniziato a gridare. Le sue urla hanno richiamato l'attenzione del papà, che è uscito all'esterno dell'edificio.

I due banditi erano già saliti a bordo di un'auto di colore bianco sulla quale c'era ad attenderli un complice. Il poverino ha provato a sbarrare loro la strada, c'è mancato davvero poco che venisse travolto. Quando è scattato l'allarme, sul posto sono accorsi gli agenti del Commissariato di Telese Terme. La Scientifica ha operato i rilievi, nella speranza di rilevare una traccia. Possibile, visto che non sono stati usati guanti.

Avviate le indagini, non è escluso che i responsabili del colpo possano essere stati aiutati anche da altre persone. Nel mirino una Fiat Panda che si sarebbe allontanata contemporaneamente all'auto dei rapinatori, la cui presenza nella zona sarebbe stata notata già nei giorni precedenti.

Enzo Spiezia