Benevento

'A difesa delle libertà, in memoria di Navalny' è stato il tema all'ordine del giorno, stamane, del Consiglio comunale di Benevento che si è concluso con un ordine del giorno, approvato all'unanimità. Recita il documento approvato dall'Assise di Benevento: "Il Consiglio comunale di Benevento, riunito oggi in seduta straordinaria, per commemorare il martirio del politico e attivista russo Alexey Navalny, morto in un carcere  dell'Artico russo, al termine di una durissima e iniqua detenzione, considerato che la figura di Alexey Navalny rappresenta un'icona della difesa dei valori delle libertà e della democrazia, quale risultato di un'opposizione fiera ed esemplare all'autocrazia e alle sue derive più brutali e atroci, esercitate con forme feroci di repressione, esprime la più ferma condanna verso qualsiasi forma di repressione delle libertà e verso ogni trattamento degradante della dignità della persona e della vita umana e sottolinea l’importanza di sostenere e promuovere i principi di libertà di espressione, di diritto alla vita e di opposizione al potere, valori fondamentali per ogni società democratica. Richiama la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Universal Declaration of Human Rights, UDHR) approvata il 10 dicembre 1948 dall' l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che all'articolo 1 recita: 'Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fraternità vicendevole'. Invita le scuole, le agenzie educative e la cittadinanza tutta a ricordare il martirio di Alexei Navalny dedicandogli un minuto di raccoglimento, riempendone il significato con la lettura dell'articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani come monito ad agire responsabilmente per preservare i valori fondanti della democrazia.  Impegna la Giunta comunale ad individuare uno spazio pubblico nella città di Benevento da dedicare ad Alexey Navalny, simbolo universale di difesa delle libertà e della democrazia, contro ogni forma di oppressione".

Con il sindaco Mastella ha spiegato: "Ci sono in questo momento nel mondo tante epifanie di disumanizzazione. Le guerre alle quali ci stiamo abituando con ipocrita indifferenza, ed ora la scomparsa drammatica e criptica di Navalny. Una mancanza di pietà del regime, un omicidio politico, che voleva cancellare l'eroe russo per annullarne l'obiezione democratica che sfida il potere costringendolo a svelarsi per quello che è. 
Questa morte vuol dire che al Cremlino non si fermeranno di fronte alla protesta. Navalny è stato tante cose: un esempio, di cui oggi la moglie coraggiosa e visionaria rimane speranza languida, quasi tragica, e sarà Lei a tenerne viva la memoria e ad alzarne il vessillo. Di sicuro un meme che lo ha reso molto popolare soprattutto tra i giovani. Io credo che per come è morto o meglio per come lo hanno fatto morire, Navalny diventerà un'icona di coraggio, in grado di affermare la dignità e la fermezza delle proprie idee. Con questo crimine Putin esaurisce la sua gestione autoritaria, per passare a quella totalitaria. Da quelle parti la democrazia è morta. Ma da noi davvero gode di buona salute? O stiamo assistendo piuttosto al 'suicidio delle democrazie'? Certo è che sono in molti a vedere per il futuro delle democrazie, prospettive fosche e periodi di crescente difficoltà. L'Economist riporta che solo l'8% della popolazione mondiale vive in paesi pienamente democratici, il 37% in Paesi a democrazia imperfetta, il restante 59% in Paesi a regime autoritario. Povero Navalny,  la sua sfortuna è stata quella di nascere in una di queste nazioni, priva di regole democratiche. Anche le grandi democrazie occidentali però hanno sperimentato una certa erosione del consenso, con l'emergere di movimenti populisti, autoritari, insofferenti verso i meccanismi di rappresentatività.
La crisi delle democrazie è fonte di preoccupazione perché, come da noi, i suoi successi sono stati numerosi e tanti: sono aumentate le aspettative di vita, sono state garantite le libertà, è stato promosso lo sviluppo, sono stati assicurati i diritti, sono state evitate le guerre civili, abbiamo vissuto in pace. Ma, su scala globale, la valutazione tiepida verso le democrazie dipende dal fatto che l'emergere di nuove potenze economiche, con sistemi politici distanti da quelli occidentali, ha messo in discussione l'idea di uno stretto connubio tra democrazia e sviluppo, tra libertà politiche, civili ed economiche, sfidando i regimi democratici sul terreno dell'efficacia operativa e della scioltezza di esecuzione. La sofferenza delle democrazie è resa evidente dal crescente astensionismo che tocca i ceti più popolari. La crisi delle democrazie dipende anche dall'azione concomitante di movimenti anti-sistema e dalle condizioni economiche declinanti che producono una caduta degli standard di vita. Per stendere una cintura protettiva intorno alla democrazia occorre sviluppare il rispetto della legalità e assicurare una forte capacità amministrativa. Di questo e di altro avrei voluto discutere, sognando e con la dovuta scala geografica e cronologica, con Navalny, se il dialogo e la libertà fossero stati consentiti dagli eventi della storia. Per lui e per il suo coraggio, è valso il diritto alla resistenza all'ordine illegittimo e alla disobbedienza all'autorità dispotica. Da noi, e questa è la ricchezza da conservare come patrimonio nazionale, questo diritto che Mortati in polemica con Moro, voleva inserire in Costituzione, non lo si è mai esercitato. Rimane come principio, ma solo metagiuridico. Sia questa di oggi, cari colleghi, una pagina da conservare, in memoria anche futura. Continuiamo tutti a difendere la nostra democrazia, le nostre libertà e a dialogare tra noi, pure legati ai nostri territori partitici. Grazie a Navalny per averci dato da pensare. Grazie a Navalny per averci insegnato che anche la sofferenza è politica. Che la mitezza è un'esperienza umana e politica lontana dall'aggressività e dall'angoscia, dall'impazienza e dalla fretta, dall'orgoglio e dalla superbia, dall'indolenza e dall'insofferenza e che resta nella storia. Anche se apparentemente non vince, ma è sconfitta. Ti chiediamo scusa anche per quelli che hanno reagito all’orrore della tua morte “con qualche manierismo di troppo” e con algida prudenza e tanta tanta timidezza.
Vogliamo infine esprimere vicinanza e solidarietà a due donne eccezionali: Ludmilla, una madre coraggio, che ancora vaga in Siberia per chiedere con dignità la restituzione della salma del figlio e Yulia che prende il testimone del marito per una Russia libera, pacifica e felice.
Dice un proverbio slavo: 'La neve cade non già per coprire tutte le cose, ma per consentire ad ogni animale di lasciare la sua impronta'. Navalny lascia, come dono, la sua impronta alla nostra democrazia planetaria e alle generazioni che verranno".

Da parte del consigliere Perifano poi anche una riflessione sulla situazione nella striscia di Gaza: "Non si può ignorare cosa sta accadendo in Palestina. Giustissimo ricordare Navalny, ma serve ricordare anche il popolo palestinese. Ho definito Nethaniau un criminale di guerra, perché chi persegue scientificamente lo sterminio di una popolazione indifesa, di bambini, di anziani, di donne, è un criminale di guerra. Tutta l'opinione pubblica occidentale dovrebbe manifestare questa solidarietà al popolo palestinese".