Benevento

La Corte di appello ha dichiarato inammissibile l'appello della Procura contro la sentenza con la quale il Tribunale di Benevento, il 14 febbraio 2018, aveva assolto, perchè il fatto non sussiste, le quindici persone rinviate a giudizio nell'indagine dei carabinieri sugli appalti a Casalduni,che nel marzo 2013 era sfociata nell'esecuzione di nove misure cautelari poi attenuate o revocate.

L'appello era stato presentato, in particolare, contro cinque imputati (e tre società): l'ex sindaco Raimondo Mazzarelli (avvocato Marcello D'Auria); Angelo Meoli (avvocati Antonio Barbieri e Ginapiero Pirolo), capo dell’ufficio tecnico del Comune di Casalduni, Antonio Iannella, di Torrecuso, amministratore della ‘Tecnocostruzioni srl’; Raffaele Iannella, di Torrecuso, responsabile legale della ‘Edilizia Pontese’ - per entrambi l'avvocato Giuseppe Sauchella -; Raimondo Gerardo Di Rubbo (avvocato Angelo Leone), di Casalduni, titolare della ‘Di Rubbo Costruzioni srl.

Come si ricorderà, le accuse contestate, a vario titolo, andavano dalla corruzione alla truffa, al peculato e all’abuso d’ufficio; dal falso all’induzione indebita a dare o promettere utilità. Il processo di primo grado era stato scandito da una forte contrapposizione soprattutto dopo la deposizione, come teste del Pm, di un cittadino di nazionalità ghanese che aveva puntato il dito contro Mazzarelli, sostenendo di aver visto nella primavera 2009 il presunto passaggio di una borsa con una montagna di soldi – senza essere scoperto, lui si sarebbe impossessato di “70mila euro, un centesimo” della somma complessiva - dalle mani di due imprenditori a quelle di Mazzarelli.

Che da parte sua, nel corso di alcune dichiarazioni spontanee, aveva individuato in un episodio dell'ottobre 2012 la causa delle “cose incredibili riferite sul mio conto”. Aveva infatti affermato che l'uomo nutriva rancore nei suoi confronti da “quando non gli ho riconosciuto un infortunio sul lavoro. Mi aveva detto di essersi procurato la distorsione di un ginocchio mentre tagliava l'erba a casa mia, ma avevo scoperto che, in realtà, si era fatto male raccogliendo l'uva per altre persone. E pensare che l'avevo visitato e gli avevo prenotato una risonanza che non ha mai fatto...”. Mazzarelli aveva inoltre ricordato che “lui, ospitato su richiesta di un amico, e retribuito con 700 euro al mese più vitto e alloggio, non ha mai fatto il domestico o il cuoco, ma ha sempre operato nel vigneto e nell'uliveto”.