La necessità della riforma dei campionati e il parere favorevole sulla questione Var. Gabriele Gravina racconta l’urgenza di una rivoluzione concreta del calcio italiano. Sul tavolo soprattutto il passaggio del cambiamento da 20 a 18 squadre: “Credo ci sia una necessità di riformare il sistema, ma il concetto di riforma richiede disponibilità al cambiamento - le parole del numero uno del calcio italiano a Radio Anch’io Sport -. Cambiare richiede confronto, partecipazione ma soprattutto coraggio. Sono convinto che il calcio italiano stia facendo finalmente un'analisi approfondita su quello che bisogna cambiare per migliorare la stabilità e la competitività. Prima di innovare - aggiunge Gravina - dobbiamo risanare e uscire da quella logica che blocca il sistema solo sull'ipotesi delle 20 o 18 squadre: queste sono legate a logiche di immobilismo e di contrapposizione che, seppur comprensibili, non sono ancora condivisibili”.
Gravina condivide il punto e l’analisi di Iervolino e rimanda ad una stabilità economica considerata necessaria: “Finalmente abbiamo raggiunto una condivisione su un punto fondamentale: il calcio ha bisogno di darsi una regolata. Lo deve fare attraverso un sistema di regole che metta in sicurezza il nostro mondo sotto il profilo economico-finanziario. Abbiamo ancora delle divergenze, che come tutti sanno riguardano il format. Abbiamo delle criticità legate al numero delle squadre professioniste, abbiamo il problema dei tre livelli di professionismo in capo a tre leghe, siamo l'unico esempio in Europa e forse nel mondo".
Discussione anche sul tema paracadute: “Vogliamo inserire la possibilità di prevedere una riduzione in percentuale dell'entità dei contratti in caso di retrocessione, andando incontro alle esigenze e alle finalità del paracadute. Oggi, sul valore della produzione tra A e B, il paracadute ha un impatto devastante per il campionato di Serie B. Ma dobbiamo trovare le modalità per accompagnare i processi di attenuazione di alcuni impegni contrattuali che le società hanno contratto con i propri tesserati in un campionato di A e quindi tutto quello che comporta in caso di retrocessione”.
Poi sull’argomento Var: "Siamo stati i primi a lanciare questa modalità ispirata a un processo di trasparenza assoluta. Gli arbitri italiani rappresentano un'eccellenza: il 15% delle gare a livello internazionale sono arbitrate da direttori di gara italiani. Con l'introduzione del Var, in questa stagione il margine di errore è vicino allo zero, siamo allo 0,84%".