Salerno

La rabbia della tifoseria granata si sposta dagli spalti in tram e in metro. Solo a mezzanotte, appena arriva il via libera delle autorità di pubblica sicurezza, i tifosi della Salernitana possono lasciare il Meazza e far ritorno a casa. Gli occhi sono incollati sugli smartphone, rivedendo le gesta di una disfatta annunciata e soprattutto leggendo a caldo le prime dichiarazioni di Fabio Liverani.

Lo sconforto è tanto e cancella i sorrisi che avevano accompagnato l'ennesimo esodo dei supporters granata. La giornata primaverile ha favorito la solita, pacifica invasione di Milano, con sciarpe e soprattutto tanta attesa per il debutto di Liverani. Diventato invece ben presto un autentico disastro. Nessun problema invece in materia di ordine pubblico, nonostante qualche scoppio di petardi nella zona cuscinetto prima dell’ingresso allo stadio della tifoseria granata.

Così, a salvarsi nel buio generale del Meazza, sono solo i 1600 cuori granata. Il tamburo non smette mai di suonare, così come la voce scalda San Siro mentre la Curva Nord rivale prima resta in silenzio e poi canta forte, anche se senza bandiere e sistema audio come conseguenze agli scontri con i tifosi della Juventus.

Il popolo della Bersagliera alza forte il proprio grido d’amore nonostante i gol che si abbattono sulla Salernitana e che hanno il sapore di un preludio al ritorno in serie B. “Ed io lo so, perché non resta a casa”, diventa la colonna sonora che trascina il pubblico fino al novantesimo. L’entusiasmo dei tifosi nerazzurri al 90’ cancella i fischi granata. La squadra resta immobile, quasi impietrita e frastornata ma dal cerchio di centrocampo volge lo sguardo al terzo anello e abbozza un timido applauso ai suoi tifosi. Loro sì, anche stavolta li hanno meritati.