Avellino

Sospeso dall'esercizio di pubblico servizio l'amministratore unico di Alto Calore, Michelangelo Ciarcia, indagato con altre quattordici persone per peculato, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione tributaria e falso in bilancio. L'ordinanza di sospensione è stata firmata dal Gip del Tribunale di Avellino, e coinvolge anche un dipendente dell'ente addetto alla segreteria di Ciarcia.

L'inchiesta, coordinata dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio, che avevano chiesto l'arresto ai domiciliari di Ciarcia, fa riferimento ai corsi di formazione professionali riservati ai dipendenti svolti negli anni dal 2019 al 2021 e finalizzati all'acquisizione di maggiori conoscenze tecnologiche. Corsi che non sarebbero mai stati effettivamente svolti, ma che hanno consentito all'Alto Calore di godere di una compensazione tributaria di crediti di imposta per 632 mila euro. Le indagini partirono dopo la denuncia di alcuni dipendenti che pur essendo compresi negli elenchi dei corsisti, non erano mai stati convocati per svolgerli.

L'inchiesta coinvolge anche altri quattordici indagati, tra dipendenti dell'Alto Calore e rappresentanti legali di ditte fornitrici. Sull'Alto Calore pende attualmente la procedura di concordato preventivo davanti al Tribunale di Avellino in seguito all'accertamento, da parte della Procura, di una esposizione debitoria di circa 150 milioni di euro nell'anno 2021.