(fras) Lamberto Zauli non lo ha voluto ammettere che il Benevento meritava di vincere. D'altro canto Auteri ha detto che quando una partita si chiude in parità è davvero superfluo decidere chi delle due abbia meritato la vittoria. E a dirla così neanche i numeri dirimano la questione: 50 per cento di possesso palla a testa, 12 tiri in porta della strega contro gli 11 dei pitagorici. E allora, come si dice, il giudizio finale diventa ancora più soggettivo. Così se Zauli rivendica per sé la prima occasione della sfida (il colpo di testa di Tumminello), Auteri può mettere sul piatto della bilancia le opportunità più ghiotte: il palo di Masciangelo e a seguire i tiri di Starita e di Ciciretti su cui Dini si è superato. Nella ripresa, poi, l'incredibile occasione sprecata da Amato Ciciretti e quella costruita con maestria da Lanini, ma gettata al vento con un sinistro non adeguato. A dirla così sembra difficile non concedere al Benevento la vittoria ai punti. Una vittoria che si dilata se aggiungiamo l'azione di Starita al quarto d'ora, interrotta dal fallo di Battistini con l'attaccante giallorosso ormai giunto davanti a Dini. Anche qui il giudizio è soggettivo. In questo caso ci riferiamo all'arbitro. Quello di Crotone, il senese Crezzini, ha valutato il fallo del difensore pitagorico come non da ultimo uomo e lo ha punito con un cartellino giallo. Quello invece di Monopoli-Juve Stabia, il bresciano Nicolini, ha valutato da espulsione diretta un gioco pericoloso del monopolitano Hamlili a centrocampo. Valutazioni soggettive che non aiutano ad esprimere giudizi paritari su determinati falli. La classe arbitrale della C lascia abbastanza a desiderare e quello che più preoccupa è proprio la disparità di giudizio. In serie A il Var appiattisce un po' tutto, livellando errori ed omissioni. In C, senza il mezzo televisivo ognuno fa quello che il suo cervello elabora in una frazione di secondo. E non sempre è la cosa giusta.
Detto ciò, quello che rimane ed è insindacabile è la crescita perentoria della squadra giallorossa. Il tempo non è amico della strega, ce ne servirebbe tanto di più. Ma Auteri può costruire una base per il futuro, quello prossimo che per ora vede solo lo scenario dei play off, e quello più ampio se si dovesse ripartire nella prossima stagione con i presupposti che vanno concretizzandosi. Tre strade tutte della stessa importanza, che vanno perseguite senza porsi limiti e senza farsi condizionare da nulla.