Mercogliano

“Cè una guerra in corso su Facebook e ci sono già troppe guerre in corso; non è il caso di aggiungerne altre”, così il Vescovo di Avellino, Arturo Aiello, parla ai fedeli di Mercogliano dopo l'empasse comunicativo avvenuto per le dichiarazioni del monsignore, riferite ad un episodio legato al passato. Nel corso dell'ordinazione presbiterale di Don Roberto Cancilleri e Don Vincenzo Del Franco il vescovo aveva pronunciato parole che avevano suscitato non poche polemiche e un'ondata di indignazione, specialmente tra i fedeli provenienti da Capocastello, presenti durante la cerimonia avvenuta venerdì scorso. Nel corso della predica, il Vescovo aveva esortato i neo-sacerdoti a essere "dei buoni pastori, non come i pastori di Capocastello che tagliano la testa dei nemici con la motosega. Quando parliamo di pastori abbiamo anche una letteratura poetica, che ci viene dalla Bibbia, che ci viene da Virgilio. Poi ci sono anche dei pastori concreti che poco si sposano con questa bella immagine".  Il riferimento del Vescovo Aiello è legato a un tragico episodio avvenuto il 27 agosto del '92: da una lite per motivi futili nei pressi di una fontana scaturì un'aggressione ai danni di una comitiva di napoletani, colpiti con coltelli e motosega. Un giovane di 20 anni perse la vita a causa delle gravi ferite riportate nella rissa.

Successivamente all'enorme polemica scaturita dalle sue affermazioni, il Vescovo è arrivato a Mercogliano e, affiancato da Don Vitaliano, ha fatto pubblicamente spiegato: "Se c’è da chiedere scusa, lo faccio al sindaco, al parroco e a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle mie parole. Chi mi conosce sa che non creerei mai delle guerre. Sono sicuro che, con queste mie parole, ci siamo riconciliati con i pastori di Mercogliano. Volevo fare un confronto tra la realtà e la poesia. Questo era il senso delle mie parole", ha concluso il Vescovo Aiello, con la speranza di ristabilire la serenità, auspicando un ritorno alla solennità e alla pace. Dal canto suo il sindaco di Mercogliano Vittorio D'Alessio. "Le parole di Sua Eccellenza il Vescovo di Avellino espresse ieri anche a me sono apparse forti e, dunque, oggi pomerggio ho sentito l’esigenza di confrontarmi con il Vescovo prima della celebrazione dedicata ai nostri Santi patroni nella chiesa di San Modestino. Ho incontrato un uomo che mi è immediatamente venuto incontro, consapevole che la comunità di Mercogliano è altro rispetto ad un evento accaduto anni addietro e che è stato da lui utilizzato in un discorso più ampio, per costruire un messaggio forte rivolto ai nuovi pastori che ieri venivano celebrati. La parte sana della nostra comunità non può essere condannata per ciò che non ha commesso e lui me lo ha ribadito.  Ci siamo capiti subito e lui ha espresso la necessità di chiarire in apertura della celebrazione la sua posizione. E così è stato, ha preso la parola per chiedere PERDONO alla comunità e alle autorità, ai pastori di Capocastello se le sue parole possono essere risultate offensive. Dinanzi a questo atto chiaro, a questa richiesta di perdono, ho compreso che non possiamo che accoglierla. Sono certo che tutta la comunità saprà fermarsi a riflettere e a guardare oltre tutto questo, preservandosi dall' esprimere inutili attacchi sui social. Ho voluto questo confronto perchè sto dalla parte degli uomini e delle donne che da generazioni a Capocastello lavorano con dedizione, che vivono dei sacrifici della pastorizia e custodiscono con vanto le nostre radici."