"L'amore ha bisogno di concretezza. L'amore concreto e' forte. L'amore ha bisogno di presenza, di incontro, di tempo e spazio donati: non puo' ridursi a belle parole, a immagini su uno schermo, a selfie di un momento o a messaggini frettolosi. Sono strumenti utili, ma non bastano all'amore, non possono sostituirsi alla presenza concreta". Cosi' Papa Francesco introducendo la recita dell'Angelus.
Il Pontefice ha sottolineato "lo stile di Gesu' con chi soffre: poche parole e fatti concreti". "Tante volte, nel Vangelo, lo vediamo comportarsi cosi' nei confronti di chi soffre: sordomuti, paralitici e tanti altri bisognosi. Sempre fa cosi': parla poco e alle parole fa seguire prontamente le azioni: si china, prende per mano, risana . Non indugia in discorsi o interrogatori, tanto meno in pietismi e sentimentalismi. Dimostra piuttosto il pudore delicato di chi ascolta attentamente e agisce con sollecitudine, preferibilmente senza dare nell'occhio". Per Francesco "e' un modo meraviglioso di amare, e come ci fa immaginarlo bene e assimilarlo! Pensiamo anche a quando ci riesce di incontrare persone che si comportano cosi': sobrie di parole, ma generose nell'agire; restie a mettersi in mostra , ma pronte a rendersi utili; efficaci nel soccorrere perche' disposte ad ascoltare". "Questa concretezza e' tanto piu' importante in un mondo, come il nostro, in cui sembra farsi sempre piu' strada una evanescente virtualita' delle relazioni". L'amore quindi ha bisognoi di concretezza. "Chiediamoci allora: io so mettermi in ascolto delle persone, sono disponibile alle loro buone richieste? Oppure accampo scuse, rimando, mi nascondo dietro parole astratte e inutili? Concretamente, quand'e' stata l'ultima volta che sono andato a visitare una persona sola o malata, o che ho cambiato i miei programmi per venire incontro alle necessita' di chi mi domandava aiuto?", ha domandato infine il Pontefice. (