Il Centro di Ricerca “Basilio Orga” organizzerà la Mostra d’arte: "L’arte di Cesare Uva nei paesaggi marini”, che si terrà da domenica 11 a martedì 13 febbraio 2024 dalle ore 10.00 alle ore 13.00 alle ore 17.00 alle ore 20.00, presso il Circolo della Stampa di Avellino (palazzo della Prefettura), sito in Corso Vittorio Emanuele al civico 6. Questo sarà il primo evento culturale realizzato in occasione dell’inizio delle celebrazioni per il Bicentenario della nascita del pittore Cesare Uva (1824-1886).
La mostra L’arte di Cesare Uva nei paesaggi marini offrirà una selezione di opere caratterizzate dal particolare interesse qualitativo e, soprattutto, storico-critico. L’ideazione e la curatela della mostra sono assegnate a Stefano Orga, figura di spicco nel mondo storico-artistico, che realizza con maestria un’esperienza unica e coinvolgente per il pubblico.La direzione artistica è affidata a Michela Femina, una guida esperta che ha contribuito a plasmare l’aspetto visivo della mostra, garantendo una presentazione armoniosa delle rare opere di Cesare Uva.
La mostra d’arte L’arte di Cesare Uva nei paesaggi marini proporrà opere autografe del maestro avellinese. Come evento collaterale ci sarà la mostra fotografica “Cesare Uva a 200 anni dalla nascita” con 12 foto ad alta risoluzione. I lavori pittorici proposti in ostensione godono di una straordinaria freschezza che enfatizza il lavoro di Cesare Uva (1824-1886).
Certamente sarà una mostra riservata ai cultori della pittura dell’Ottocento romantico partenopeo, agli appassionati del vedutismo ottocentesco, e soprattutto alle persone attratte dall’opera di Cesare Uva. Sarà quindi un’esposizione per molti ma non per tutti. L’evento culturale sarà promosso dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” con la collaborazione del Circolo culturale “Francesco Solimena”, de In Arte Libertas e dell’Associazione Culturale ACO.
Uno speciale ringraziamento va formulato alle famiglie che gentilmente ci hanno pestato le opere di Cesare Uva per questo straordinario evento ostensivo e all’ “Antiquario Re di Bronzo” di Avellino per la collaborazione. In occasione della mostra è stato pubblicato un magnifico catalogo edito dalle Edizioni Omicron di Napoli. Questo straordinario volume offre un’immersione visiva nelle opere esposte in mostra attraverso immagini di alta qualità, catturando l’essenza e la bellezza dei paesaggi marini interpretati dal celebre artista avellinese.
I testi del catalogo sono stati sapientemente redatti da Michela Femina e da Stefano Orga, la loro competenza nel campo della ricerca storico-artistica si riflette nei testi, che contribuiscono a narrare la storia e il contesto delle opere esposte, oltre a presentare la figura artistica del maestro Cesare Uva. Il catalogo delle Edizioni Omicron, oltre a fungere da preziosa guida per gli appassionati d’arte, si configura come un’opera d’arte in sé, rappresentando un tributo duraturo al genio di Cesare Uva. Questo straordinario lavoro editoriale arricchisce il patrimonio culturale, celebrando l’eredità artistica del pittore avellinese nel contesto del suo bicentenario di nascita.
Cesare Uva, nacque ad Avellino l’undici novembre 1824 da Lucia D’Argenio (1800-1877) e Mariano (1794-1860), un pittore decoratore, che lo spronò ad interessarsi all’arte pittorica. La famiglia era di condizioni economiche modeste. Esordì a livello locale presso la Mostra d'arte Irpina del 1848, che si tenne ad Avellino, ove propose il dipinto Albero invecchiato (1848).
Ad Avellino il nostro pittore entrò in contatto con Enrico Capozzi (1820-1890), suo lontano parente paterno, che successivamente divenne un suo mecenate. All'età di circa ventisei anni si trasferì a Napoli ove poté frequentare il Regio Istituto di Belle Arti di Napoli, qui seguì le lezioni, prima di Costanzo Angelini (1760-1853), dal 1853 quelle di Giuseppe Mancinelli (1813-1875), ed in fine studiò con Gabriele Smargiassi (1798-1882), che lo influenzò notevolmente verso la Pittura romantica, tanto che Cesare Uva fondò la Scuola romantica avellinese nella sua bottega, impartendo lezioni di disegno e di pittura.
Fu invitato alla “Biennale Borbonica di Belle Arti” del 1855, presso il Museo, ove presentò il dipinto ad olio Veduta di Avellino con ponte. Dopo gli studi partenopei ad Avellino aggiornò la bottega paterna verso le istanze della Pittura romantica, tanto da fondare la Scuola Romantica Avellinese. Dal 1858 le sue opere furono molto apprezzate dall’aristocrazia napoletana, in quanto i suoi lavori furono molto graditi da Ferdinando II di Borbone (1810-1859). La sua famiglia nei primi mesi del 1859 si trasferì definitivamente a Napoli. Qui si sposò con Antonietta Andreani. Partecipò anche alle esposizioni d’arte della “Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa” di Napoli dal 1862 al 1877. Nel 1877 restaurò il Teatro comunale di Avellino. Nel 1879 aprì una bottega d'arte con il pittore avellinese Giovanni Battista (1858-1925) in Via Riviera di Chiaia al n° 266. Negli anni ottanta del Diciannovesimo secolo ottenne la Croce di cavaliere della Santa Sede da Papa Leone XIII (1810-1903), per meriti artistici, grazie alla segnalazione dell’Abate di Montevergine Dom Guglielmo De Cesare (1812-1884). All’“Esposizione Nazionale di Belle Arti” di Roma del 1883 inviò le tempere Foresta in primavera e Ritorno dalla festa al tramonto. Si spense a Napoli, sua città adottiva il 16 febbraio 1886.