Scafati

«I dissidenti o alleati, chiamateli come volete, mi vogliono mandare via dal palazzo senza potermi dare l’opportunità di confrontarmi con i cittadini».

E’ un fiume in piena il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, che continua a prendere le distanze dai quelli che, qualche mese fa, definì «i cavalli di Troia della sua maggioranza». 

Non parla mai di exit strategy, decadenza, sfiducia o dimissioni ma dalle sue parole traspare, palesemente, l’incapacità di continuare a governare in queste condizioni. Una situazione non semplice per il primo cittadino, che dopo i casi Coppola, Vitiello e Cirillo ora è costretto a fronteggiare il malcontento di De Quattro, Barchiesi e Carotenuto. «La questione è sempre di natura personale e mai politica. Ma vi pare normale una cosa del genere? Si può andare avanti così? Ecco perché non ho alcun timore nel dire che la mia maggioranza si allea con i miei peggior nemici per farmi fuori dalla partita politica. E siccome io “papocchi” per governare non ne faccio confermo che c’è la volontà di alcuni miei alleati a mandarmi a casa. A frammentare il centrodestra alibertiano è stata la nomina di Mimmo Casciello a delegato del “Piu Europa». Una questione nota al primo cittadino, che però sul caso specifico prova a minimizzare: «Si tratta di cose che possono rientrare, anche perché le deleghe non appartengono a nessuno e tantomeno al sottoscritto. Le ridistribuisco in base a chi mi chiede di voler lavorare per la comunità e non sempre avviene in base alle specifiche competenze. Queste sono incomprensioni, se poi non si vuole bene alla città lo si dica ad alta voce. La verità è che c’è una volontà politica di volermi mandare a casa, impedirmi di essere della partita. Trovo questo tutto squallido. Coppola si è alleato con Santocchio. Vogliamo capire a cosa siamo arrivati a fare?».

Intanto, però, l’ipotesi delle elezioni anticipate diventa sempre più una certezza. Tanto da far pensare che l’ultimatum di Michele Raviotta, consigliere comunale del Cotucit, sull’ospedale («se la Regione non fa qualcosa per lo “Scarlato” mi dimetto») fa pensare alle forze di opposizione che si tratti di una strategia studiata a tavolino, un assist per anticipare la strategia di Aliberti. «Le dichiarazioni di Raviotta ci sembrano la solita boutade  da campagna elettorale», hanno spiegato gli attivisti di Scafati in Movimento. «Ora annuncia di dimettersi nel caso in cui non verrà ricevuto dal presidente De Luca  per la questione dell'apertura del nosocomio  quando in passato si dichiarava "uomo di De Luca”.  Rigettiamo completamente questa politica dei due forni. Lo invitiamo a chiarire una volta per tutte la sua posizione senza finte minacce di dimissioni». Giudica dubbia la posizione di Raviotta anche Francesco Carotenuto, portavoce del laboratorio di sinistra “Scafati Arancione”. «Continua a giocare nelle sue ambiguità. Siamo felici che il comitato, quello che peraltro costituimmo anche noi, sia tornato a parlare di ospedale - ha detto - ma cosa si vuole dimostrare ora? Le dimissioni sono sulla bocca di tutti e dall’annuncio alla pratica il passo non è sempre coerente. La coerenza, quello che bisognerebbe dimostrare soprattutto in virtù di un mandato elettorale nel quale i cittadini hanno espresso la propria preferenza per un chiaro progetto politico e una chiara collocazione, non per un cambiamento repentino di posizionamento».

 

Redazione Sa