Contava vincere, e il Napoli c'è riuscito: ma dopo i successi con Salernitana e Verona a Fuorigrotta e il pareggio in casa della Lazio, con il Milan ci sarà un esame severo. Mazzarri si consola col ritorno alla vittoria, ma sa che alla squadra non è stata ancora consegnata un'identità tattica. La natura ibrida del Napoli rischia di far salire gli azzurri su un'altalena pericolosa. Sparagnino e con le polveri bagnate l'assetto con la difesa a tre, che diventa di fatto a cinque. Più convincente il 4-2-3-1, che sfrutta le grandi risorse in attacco ma che secondo Mazzarri mette a repentaglio l'equilibrio difensivo, con la squadra che tende a subire in contropiede e allungarsi.
Resta il punto di riferimento del 4-3-3, ma anche ieri, dopo un inizio promettente, il Napoli si è ingolfato in uno sterile giropalla. Toccherà all'allenatore trovare la formula giusta per provare a vincere a San Siro, anche se la scelta del modulo potrebbe essere condizionata dall'assenza di Mario Rui, che domani sarà squalificato dal giudice sportivo. Pronto Mazzocchi, che si presta di più a un assetto a tre in difesa, che darebbe al Napoli maggiore copertura: non una cattiva idea contro Giroud e Leao. Il presidente De Laurentiis ha fissato al 18 febbraio la data in cui si aspetta un Napoli diverso: vale a dire quando la squadra sarà al completo col ritorno di Osimhen dalla Coppa d'Africa e gli infortunati Meret, Natan e Olivera dovrebbero rientrare. Ma intanto spetta a Mazzarri proseguire la scia positiva, evitando pericolosi scivoloni.