Benevento

Il Benevento non è solito fare scenate dopo degli evidenti errori arbitrali di cui è vittima. È una politica condivisibile, figlia di una maturità importante che porta a riflettere solo sulle questioni di campo e meno su quelle che riguardano altri aspetti. Le dichiarazioni di Berra e Auteri, fatte rispettivamente dopo le partite con Casertana e Taranto, evidenziano uno stile che non si lascia trasportare dalle polemiche. Nel derby, l'errore di Curcio ha fatto un po' dimenticare quanto accaduto, ma ieri il gol di Kanouté ha permesso al Taranto di cancellare in pochi minuti il vantaggio del Benevento

I controversi episodi degli ultimi 180'

Gli errori sono evidenti. Contro la Casertana, Berra colpsice il pallone con il petto in maniera molto chiara. L'arbitro non ci pensa due volte a fischiare la massima punizione, concedendo alla Casertana la ghiotta occasione di pareggiare a pochi minuti dalla fine. Se Curcio non avesse sbagliato, oggi il Benevento avrebbe due punti in meno. Per una squadra che ha perso terreno prezioso nel mese di dicembre, simili sviste potrebbero essere fatali nell'economia di una intera stagione. Ieri c'è stato il bis. La premessa è d'obbligo: la difesa del Benevento è stata totalmente disattenta. Berra prende in controtempo Capellini, con quest'ultimo che è poco deciso nel contrastare l'avversario. Pastina si inginocchia in maniera incomprensibile, ma riesce ugualmente ad anticipare De Marchi che a sua volta lo colpisce nel tentativo di calciare il pallone. La volontà di De Marchi è chiara: cercare il contatto per indurre l'arbitro all'errore, ed è quanto accade. Il rigore non c'era, con Kanouté che ha pareggiato i conti annullando il gol di Berra. Gli arbitri sono essere umani e quindi soggetti a errori, soprattutto in dinamiche di gioco in cui occorre prendere delle importanti decisioni in una frazione di secondo. Se in A e in B si è deciso di affidarsi al Var per ridurre al minimo simili problematiche (tra l'altro, non del tutto cancellate), sarebbe opportuno cercare di aiutare i direttori di gara anche nelle categorie minori, dove gli investimenti delle società, la passione dei tifosi e la credibilità del gioco, non sono certo da meno rispetto a quanto si vede nei grandi palcoscenici.