E' Antonio D'Amico titolare della Ibi - Idroimpianti, che ha costruito la discarica di Chiaiano, l'imprenditore nei confronti del quale la Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Sezione Misure di Prevenzione, del valore di 55 milioni di euro. Il provvedimento di sequestro nei confronti dell'imprenditore napoletano, operante nel settore dei rifiuti e della bonifica ambientale, ritenuto vicino al clan dei Casalesi, trae origine da una proposta di misura di prevenzione, patrimoniale e personale, avanzata congiuntamente dal Procuratore di Napoli e dal Direttore della Dia.
Quattro società nel mirino della Dia
Il decreto di sequestro riguarda quattro società, di cui una di primaria importanza nel settore dei processi e tecnologie per la salvaguardia dell'Ambiente, rispettivamente attive nel settore degli impianti di depurazione, nel settore immobiliare, nei servizi di elaborazione di consumi idrici e nella costruzione di opere pubbliche per il trasporto di fluidi, nonché di disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato di circa 55 milioni di euro.
Le mani della camorra sulla gestione rifiuti in Campania
La realizzazione della discarica di Chiaiano durante l'emergenza rifiuti sarebbe una delle contestazioni principali mosse a D'Amico, che avrebbe garantito il subappalto anche per la gestione alle ditte di Giuseppe Carandente Tartaglia, condannato nel 2021 a 7 anni di reclusione per concorso esterno alla camorra, ritenuto "esponente imprenditoriale di rilievo del clan Zagaria, consentendo al gruppo camorristico il conseguimento di ingenti profitti ed il rafforzamento del proprio controllo criminale nello strategico settore della gestione dei rifiuti in Campania".
Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Conosciuto come "don Antonio della Ibi" dai collaboratori di giustizia Gaetano Vassallo e Giuliano Pirozzi, per i suoi rapporti con le famiglie di camorra Mallardo e Zagaria, D'Amico sarebbe stato "aggiudicatario di tutti i grossi appalti per la realizzazione e gestione delle discariche nella regione Campania e soprattutto del Napoletano". Su Chiaiano in particolare, sarebbe stata "creata una vera e propria discarica abusiva" gestendo, nel tempo, "un ingente traffico di rifiuti generato da qualsiasi lavoro ottenuto in appalto dall'impresa dei Carandente Tartaglia", permettendo loro "guadagni e profitti illeciti, riuscendo anche ad eludere qualsiasi norma fiscale, gestendo la documentazione di trasporto in maniera del tutto illecita, in modo da poter evadere sistematicamente le dovute imposte sul valore aggiunto". A D'Amico è contestato anche l'acquisto di terreni e cave da destinare a discariche o siti di stoccaggio di ecoballe per favorire gli interessi della camorra. Il tutto in piena emergenza rifiuti.