Consiglio comunale riunito in seduta straordinaria a Battipaglia, per affrontare la vertenza Fos-Prysmian dove sono a rischio 600 posti di lavoro tra dipendenti e indotto.
Alla riunione hanno partecipato anche le maestranze dello stabilimento: "Questa partecipazione dà l'idea della dimensione della questione della Prysmian Fos, di cui si è discusso e su cui poi si è approvato un atto estremamente netto sul che fare, che attiene al futuro della economia dell'intera area - ha detto la sindaca Cecilia Francese -. La messa in cassa integrazione degli operai della FOS , e il rischio di chiusura di quello stabilimento sarebbe l'ennesimo durissimo colpo alla economia di un intero territorio".
Per la guida del municipio battipagliese "non si tratta solo, è stato ribadito stamattina, di esprimere solidarietà ai lavoratori della Fos, impegnati in una vertenza durissima per salvare i 300 posti di lavoro diretti ed i circa altrettanti dell'indotto, ma di difendere un intero tessuto industriale che nei decenni ha rappresentato la ricchezza di Battipaglia e dell'intero territorio, che a partire dalla crisi finanziaria del 2008, e poi con la crisi dovuta alla pandemia , ha visto pezzi importanti, storici portati alla chiusura".
Nell'atto deliberativo si chiede che la proprietà si impegni a presentare un piano industriale di rilancio dello stabilimento battipagliese, ed al Governo di dotarsi di una politica industriale tesa a salvaguardare e promuovere le produzioni di qualità del Paese, soprattutto se concentrate al Sud.
"In questa logica si chiede al Governo di fare in modo che le società che stanno cablando il paese intero, utilizzino fibra di qualità e non quella , più a buon mercato, ma più scadente , facilmente akerabile e richiedente maggiore manutenzione, proveniente dalla Cina, dalla Corea o dall'India che giocando sul minore prezzo si stanno utilizzando. La Fos è l'unico stabilimento in Italia a produrre fibra di alta qualità e, se ci fossero precise scelte di politica industriale a livello governativo, avrebbe un mercato enorme - ricorda Francese -. Viene chiesta l'istituzione di un tavolo di crisi in Prefettura, e immediati incontri presso il Ministero competente, con la presenza anche di tutti i sindaci del territorio interessato. Si è deciso, altresì di coinvolgere i parlamentari e anche il consiglio regionale, perché questa vertenza assuma le caratteristiche nazionali che merita, vista la strategicità del prodotto".