Alla Facoltà di Economia e Commercio, dell’Università di Napoli, il Prof. Palomba, Economia Politica, religioso non praticante e sostenitore del binomio “valori cristiano sociali- socialismo”, spesso ci dava insegnamenti di vita, per farci capire aspetti utili a non ripetere sentenze distribuite per cloroformizzare le persone. Due concetti me li ripeto spesso, perché sono relativi ad argomenti sempre attuali. Un giorno, il Professore chiese a noi studenti: "Qual è il fatto che ha influenzato di più il mondo"? Rispondemmo: "La scoperta dell’America e la rivoluzione Russa".

Il Professore, correggendoci, disse : “È stato il Galateo di Monsignor Della Casa. Il Galateo partorì un processo, che ha portato la forma a prevalere sulla sostanza”.

Se analizziamo i problemi, di cui si parla, come l’inquinamento ambientale e il consumo di energia, ci rendiamo conto che sono figli del mondo del superfluo, creato dall’imitazione, che il Galateo provocava. Il falso perbenismo, la mania di non apparire inferiori agli altri hanno fatto cambiare gli stili di vita. Anche l’origine dei grattacieli fu provocata dalla gara tra le imprese ad avere le gru più alte. Come si fa a non capire che tutti gli eccessi sono figli della forma imposta del Galateo?

Mia madre diceva.”Non c’è un piatto più pulito di quello nel quale ho mangiato”. A causa dell’imitazione creata dal Galateo, il valore del pranzo dipende dal numero delle portate e quello delle persone dai beni che mostrano di possedere. È un grave errore non valutare le conseguenze di una specie di vangelo del consumismo.

Passiamo all’altro insegnamento. Un giorno, riferendosi ad un articolo che parlava della moda di via Veneto a Roma, il Professore disse: “Ragazzi, io non sono anti conformista, sono a-conformista”. Capì che la frase aveva provocato stupore e sviluppò un ragionamento. “Chi ha un’idea, un gusto, una religione, un’ideologia deve rispettare quelle degli altri. In democrazia, c’è libertà di pensare e di agire, nel rispetto delle regole e del pensiero altrui. Non condividere un comportamento, non significa non rispettarlo. Chi si dichiara ANTI una ideologia, una moda, una religione, un partito politico, un popolo dimostra di non valutare tutti gli aspetti della cosa di cui si qualifica ANTI. Perciò, solo chi è a-qualcosa, dimostra di essere una persona libera e democratica. Chi si qualifica Anti qualcosa, fa capire che è solo prevenuto o teleguidato.

Per molti è più comodo dichiararsi anti fascista, che appartenente ad uno dei partiti del cosiddetto centrosinistra. C’è un’altra negatività nell’essere ANTI, si pongono in essere iniziative fuori della legalità.

Il clamore con il quale antifascisti hanno reagito alla manifestazione dei giovani fascisti, organizzata per rievocare fatti avvenuti 75 anno or sono, è stato fuorviante. Intanto, in questi giorni, 20 e 21 gennaio, in quel di Capri, antifascisti (marxisti e leninisti), legittimamente, celebrano Lenin, uno dei padri del comunismo. È bene ricordare che il comunismo è stato dichiarato dall’Ue una dittatura al pari del fascismo. Quanto innanzi, solo per consigliare di non comportarsi da ANTI.