Benevento

Hanno incrociato le braccia, bloccando le udienze (tranne quelli con persone detenute), perchè si sentono “traditi”, perchè le promesse sono rimaste tali. E la prospettiva di una possibile assunzione alle dipendenze del ministero della Giustizia si è trasformata nel rischio di perdere il lavoro, sostituiti – questa l'ipotesi -dal personale dell'ufficio del processo.

Ecco perchè oggi scioperano, anche a Benevento, gli addetti alla fonoregistrazione: operatori che si occupano della registrazione delle udienze, degli interrogatori e della trascrizione delle intercettazioni sulla scorta dell'appalto vinto, in ogni Corte di appello, dalle società per le quali lavorano.

Alla base della protesta, proclamata dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, l’assenza di sviluppi concreti nell’annosa vertenza che coinvolge i circa 1500 fonici, trascrittori e stenotipisti impiegati “in condizioni di lavoro precarie e inadeguate alla delicatezza del servizio prestato con competenza e professionalità”.

Nulla, denunciano i sindacati, è seguito alle dichiarazioni di intento del ministero annunciate in occasione dell’ultimo incontro del 21 dicembre convocato nell’ambito della procedura di raffreddamento attivata dopo la proclamazione dello stato di agitazione. Il dicastero, pur avendo risposto positivamente alla richiesta sindacale di internalizzare tutte le lavoratrici e i lavoratori impiegati nell’appalto, allo stato non ha ancora dato avvio al processo di internalizzazione, né previsto una precisa e concreta prospettiva temporale per la stabilizzazione dell’occupazione.

Insufficiente, per i sindacati ,anche il riscontro alla richiesta di chiarimento relativamente ai tagli alle spese del ministero della Giustizia, previsti nella legge di Bilancio 2024, che, alla luce della prossima scadenza della gara di appalto, potrebbero incidere sui livelli occupazionali e salariali attuali. Sullo sfondo resta la grande confusione generata dalle modalità di attuazione della riforma Cartabia del processo penale telematico che si ripercuote sulle lavoratrici e sui lavoratori in appalto alle prese con l’utilizzo dei nuovi impianti senza aver ricevuto una formazione adeguata e certificata.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti in particolare rivendicano: l’avvio di una procedura di internalizzazione che preveda l’assunzione da parte del ministero della Giustizia di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori impiegati nell’appalto; la garanzia che, nella fase di attuazione della Riforma Cartabia e di gestione del servizio in appalto, rimangano invariati i livelli occupazionali e salariali attuali; la richiesta di erogazione, da parte dello stesso ministero, di un percorso di formazione che certifichi le professionalità. Su tutti questi temi le organizzazioni sindacali, che hanno convocato per oggi una manifestazione a Roma, chiedono l’attivazione di un tavolo di contrattazione permanente.