Caserta

 “Secondo i dati censiti dall’ufficio attività ispettiva e di controllo del capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nei soli ultimi quattro mesi dell’anno appena trascorso ben 614 sono state le aggressioni dei detenuti nei confronti di appartenenti al corpo di polizia penitenziaria.

Per esse, 137 sono stati i poliziotti/e che hanno riportato oltre 8 giorni di prognosi e 44 coloro che si sono visti prescrivere periodi di guarigione maggiori di 20 giorni. Negli stessi mesi, 2.877 sono stati i casi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale nelle carceri. 

In media, si contano oltre 5 aggressioni e 24 casi di resistenza e ingiuria ogni singolo giorno.

In particolare, si sono registrate 82 aggressioni in Lombardia, 75 in Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria, 72 in Sicilia, 71 nel Lazio-Abruzzo-Molise, 58 in Veneto-Trentino-Friuli, 53 in Campania, 52 in Emilia R.-Marche, 50 in Toscana-Umbria, 44 in Puglia-Basilicata, 40 in Calabria e 17 in Sardegna. Se si pensa che ciò si perpetra laddove pure attraverso l’esempio e la pratica della legalità si dovrebbe rieducare il reo, secondo il dettato costituzionale, appare evidente il paradosso di luoghi che non assolvono a nessuna della loro funzione e generano altri crimini oltre che degrado, sofferenza e morte”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.

“A pagare le spese di tutto ciò, oltre ai reclusi e agli operatori penitenziari che scontano le pene dell’inferno per la sola ‘colpa’ di essere al servizio dello Stato, sono la stessa collettività e l’intero Paese la cui civiltà, se va comparata con quella delle sue carceri, si ritrova a livelli davvero poco gratificanti. In altri termini, per le prigioni attuali si pone in dubbio lo stesso presupposto giuridico al loro mantenimento”, argomenta il Segretario della Uilpa polizia penitenziaria.

“Difronte a questo quadro, il governo Meloni prenda compiutamente atto della strisciante emergenza, fatta anche di sovrappopolamento detentivo, con circa il 130 per cento di presenze in più rispetto ai posti effettivamente disponibili, ma con punte di oltre il 200 per cento, e di penuria di operatori, alla sola polizia penitenziaria servirebbero rinforzi per almeno 18mila unità, e vari un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti.

Parallelamente, il parlamento vari una legge delega per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e la riorganizzazione del corpo di polizia penitenziaria”, conclude De Fazio.