Protesta la polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Carinola, nel casertano, dopo l’incredibile giornata di tensione vissuta nella giornata di ieri.
Spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe: “La situazione interna al carcere è diventata invivibile. Un detenuto albanese, condannato per omicidio, con alle spalle numerose denunce per aggressioni e che da quando è stato trasferito a Carinola dal carcere di Paola si rende protagonista di atti di violenza perché vorrebbe essere trasferito, ieri, ha chiesto, con aria minacciosa, di aprire il cancello della Sezione: i due poliziotti addetti, intuendo l'intento del detenuto particolarmente agitato, non lo hanno aperto.
L’uomo, poco dopo, con la scusa di chiedere una cosa ha fatto avvicinare i colleghi al cancello e, dalle sbarre, ha colpito uno di loro al fianco agganciandolo per la tasca della tuta operativa di servizio per tirarlo più vicino al cancello, ma fortunatamente la tasca si è strappata e l’agente è riuscito ad allontanarsi.”.
“Immediatamente la tensione è salita alle stelle”, prosegue Capece: "Un altro collega, che era presente, si è subito avvicinato in aiuto ed ha preso un violento colpo al collo. A questo punto, è salito il Sovrintendente coordinatore del reparto che, pur con mille difficoltà, è riuscito a calmare il detenuto il quale, nel frattempo, stava cercando di sfondare il cancello. Una volta, almeno all’apparenza, calmo, il detenuto all’improvviso è riuscito a colpire con uno schiaffo in faccia il sovrintendente. Dopo un’oretta lo stesso detenuto chiedeva di parlare con il comandante ma, una volta che questi ha raggiunto la cella, l’uomo, apparentemente calmo, e ha tentato di prenderlo per l’uniforme. Solamente dopo due ore di trattative e mediazione il detenuto ha deciso di rientrare nella propria cella”.
Capece ha parole di plauso per gli agenti intervenuti e per il comandante che ha coordinato il tutto con grande coraggio e professionalità, considerata anche la particolare situazione che si era determinata:
“La denuncia del Sappe è ferma nel condannare tali atteggiamenti da parte dei reclusi e allo stesso tempo condanniamo queste violenze che stanno facendo vivere al proprio personale di polizia penitenziaria giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale, per cui occorre che le autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine dotando la polizia penitenziaria di adeguati strumenti operativi necessari per fronteggiare questa violenza assurda”.