Il divieto di dimora per uno, l'obbligo di firma per l'altro. Sono le misure cautelari ordinate dal gip Vincenzo Landolfi, rispettivamente, per Alberto S., 57 anni, un imprenditore di Montesarchio, difeso dall'avvocato Claudio Barbato, e Carmine F., 50 anni, di Rotondi, assistito dagli avvocati Giovanna Coppola e Gerardo Perna Petrone, che erano finiti agli arresti domiciliari per una ipotesi di usura ai danni del titolare di un'attività commerciale a Montesarchio.
La decisione – il Pm aveva chiesto la custodia cautelare ai domiciliari – è arrivata dopo l'udienza di convalida, nel corso della quale i due indagati – come anticipato da Ottopagine – avevano offerto la loro versione su fatti. Il 57enne aveva ricordato il prestito di 15mila euro fatto nel 2019 al commerciante, di cui era un cliente, che non lo avrebbe onorato.
E lo stesso aveva sottolineato anche il 50enne rispetto ai 2500 euro consegnati nel 2023 alla parte offesa. Diversa la prospettazione dei carabinieri e della sezione di pg della finanza presso la Porcura, secondo i quali avrebbero chiesto la restituzione dei soldi prestati con interessi esorbitanti.
Due arresti ai quali si era poi aggiunto anche quello di un 59enne di San Felice a Cancello, in attesa di comparire dinanzi al Gip nel primo pomeriggio.