Avellino

Non è stata certo un'omelia banale quella che il vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello, ha rivolto ai fedeli nella prima messa del nuovo anno nel Santuario del Santissimo Rosario, gremito come capita solo nei giorni di festa. Il vescovo ha svolto una riflessione arguta e intelligente partendo dal nome di Gesù, il figlio di Dio venuto sulla terra a salvarci.

"Intanto – ha detto Aiello – siamo nel 2024, così contano gli anni anche i non credenti dalla nascita di Gesù, che rappresenta uno spartiacque nella storia". Solo un accenno alle guerre e all' aumento della povertà, fenomeni che comunque preoccupano la chiesa. Il vescovo, affiancato da padre Giovanni Matera, si è voluto soffermare invece sul concetto di tempo, che "fugge via, come la nostra vita che alla fine è breve, passa in fretta".

Ricorda l'ermetismo di Quasimodo e la sua poesia "Ed è subito sera".

"Ma – è la tesi del vescovo - ora che ci apprestiamo ad iniziare un nuovo anno con le nostre preoccupazioni, le malattie, le difficoltà che la vita ci mette davanti, abbiamo una possibilità di salvarci, pensando a Gesù che si è sacrificato per noi". E come una perla che viene fuori dalla conchiglia "così dalle nostre labbra può venir fuori il nome di Gesù, e la nostra vita sarà salvata".