Avellino

Incomincio  a  prendere atto della inutilità dei miei tentativi di richiamare l’attenzione  dei Partiti e  degli aspiranti  amministratori  della Città di Avellino sui problemi, che angustiano i cittadini. Quando cerco di richiamare l’attenzione dei miei interlocutori sulle conseguenze negative del qualunquismo monotematico (criticare i concorrenti, con a capo il sindaco uscente), vengo inondato da frasi fatte e considerato fuori dalla realtà.

Non riuscendo a trovare la causa di tanta superficialità, faccio ricorso ai miei ricordi e a letture. Da ragazzo, restavo incantato quando sentivo i comizi di artigiani e di agricoltori, uno per tutti Cristoforo, che non avevano letto libri, ma parlavano di problemi, avanzavano proposte e chiedevano forza per un’azione di riscatto sociale. Nel  1946, il popolo sconfisse i nobili e il Comune diventò dinamico. Purtroppo, dopo il ’68, nella società italiana, a partire dalle nostre realtà, incominciò ad  infiltrarsi  la logica del potere, del pressapochismo e del conformismo. Con il tempo, i valori della democrazia si sono essiccati e il  popolo è diventato spettatore impotente.

Nel corso degli anni, però, emergevano, all’interno dei partiti, posizioni politiche assetate di democrazia, che proponevano il riscatto sociale del popolo. Purtroppo, verso gli anni ’90 del secolo scorso, il populismo, a servizio di ideologie e delle logge massoniche, riuscì a sconfiggerle, regalando il Paese ai rappresentanti del giustizialismo, vedi Di Pietro, della dittatura dell’ economia e dell’informazione, vedi Berlusconi, e al disfattismo della Lega di Bossi. Nella seconda Repubblica, il conformismo, il consumismo, la società dell’apparenza e la vigliaccheria di quelli che avevano leccato  i leader politici, hanno  fatto scomparire  i partiti, che, curavano la democrazia, vivificando i valori su cui essa si basa. Al loro posto, abbiamo gruppi improvvisati o frutto di contratti a tempo determinato (Renzi e Calenda) e un’informazione a servizio di chi la usa per imporre costumi e mentalità.

Sociologi affermano che le persone si comportano come robot, aspettando le direttive dei loro padroni. Gli argomenti, che ascolto durante le passeggiate serali, partite di calcio e difetti degli altri, mi fanno convincere che alla maggioranza delle persone non interessa la difesa della Democrazia, il futuro dei giovani, la diminuzione della popolazione, la perdita delle energie giovanili, l’aumento della insicurezza e l’aumento della presenza dei clandestini, che fa diminuire il potere contrattuale dei nostri lavoratori. Queste considerazioni hanno prodotto la convinzione che una società con queste negatività  non può partorire aspiranti amministratori motivati dai valori democratici, ma solo personaggi in cerca di notorietà o di occasioni per avere un’indennità. Se aggiungiamo il fatto che la stragrande maggioranza della classe dirigente attuale è costituita da quelli che erano a servizio dei poteri della prima Repubblica, abituati ad eseguire non a pensare, non possiamo non essere preoccupati. I dirigenti delle forze politiche attuali brancolano nel buio e non sanno curare la democrazia. Perciò, il popolo si deve svegliare  e i giovani devono  prendere  la bandiera della Democrazia, possibilmente di tradizione europea, e ripartire. Prima o poi, i risultati positivi arriveranno.