Napoli

Una sorpresa emozionante che ha lasciato i piccoli pazienti del reparto di Oncologia Pediatrica del Santobono senza fiato. I calciatori del SSC Napoli hanno fatto visita ai bambini per consegnare loro sorrisi e gioia per Natale. In corsia sono arrivati il capitano Giovanni Di Lorenzo, accompagnato da Giacomo Raspadori, Mario Rui, Pierluigi Gollini, Matteo Politano, Alessio Zerbin e Gianluca Gaetano. 

Un sogno che si realizza per molti piccoli tifosi che lottano ogni giorno nel reparto più difficile del Santobono. Grazie all'impegno dell'Agop Napoli, l'associazione Genitori Oncologia pediatrica, i bambini hanno ricevuto il dono più bello: poter abbracciare i loro idoli, cantare insieme a loro "un Giorno all'improvviso" e scatter selfie memorabili. 

Angelo Morsellino, membro dell'Agop, racconta così sulla pagina social dell'associaione, il momento emozionante dell'arrivo dei calcoatori del Napoli. 

"Napoli, il Napoli non è solo una squadra. È un sentimento, è un’identità, è un fattore genetico. Durante lo scorso scudetto, il nostro reparto era addobbato a festa visto che i bambini e i ragazzi guardano le partite con una passione enorme. Così facemmo un video delle stanze che diventò virale e che arrivò agli occhi di una ragazza che lavora per la Società Sportiva Calcio Napoli e che si emozionò tanto da invitare alcuni bambini ad un allenamento. Un papà in estate mi disse “Noi stiamo ricoverati, prometti che li porti qua in ospedale”. Così dissi di sì, feci questa promessa pur non avendo tante certezze se non l’intuizione di potermi fidare di quella ragazza. È stata proprio lei, Maria, che mi ha detto “dobbiamo chiudere questo cerchio. I bambini hanno addobbato i muri coi loro campioni e ora dobbiamo far entrare proprio quegli idoli in quelle stanze”. Oggi questo sogno si è realizzato.
Non mi vergogno delle lacrime agli occhi che mi sono venute quando sono entrati dalla porta del reparto e il piccolo Antonio ha sbarrato gli occhi e ha urlato quasi senza voce “Ma sei il capitano! Sei Di Lorenzo!” per poi abbracciarlo saltandogli addosso.
Per tutto il tempo continuava a dire “è un sogno vero, è un sogno vero”.
E penso a Manu che ha cantato “Un giorno all’improvviso” coi calciatori intorno al suo letto o a Lorenzo, Sara e Alessia che si sentivano speciali e coccolati o ancora ad Antonio Pio che negli ultimi giorni era sempre giù e ora stringeva sorridente il peluche che gli hanno regalato i calciatori insieme al completino.
Si, perché i sogni devono anche diventare realtà, altrimenti restano solo idee irraggiungibili.
E penso che oltre ad essere un’esperienza importante, questo abbraccio sia anche questione di giustizia.
Parlo di una giustizia umana, emotiva.
Perché la vita è immensamente in debito con questi bambini per quanto gli ha tolto e gli sta ancora togliendo, e vivere una giornata da privilegiati, abbracciare i calciatori che gli altri bambini guardano solo dalla tv o allo stadio, non penso che pareggi i conti, però penso che diminuisca di un poco il dislivello.
A volte vivere una malattia così lunga può spegnere la voglia di sognare in grande, ma le emozioni come quelle di oggi sono sicuro che alimentino ancora la speranza di poter avere “un sogno vero”.
Grazie ragazzi, forza Napoli sempre