La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo inflitta ad Antonio Genidoni e Emanuele Esposito, ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore materiale del raid che provocò due morti e tre feriti, scattato il 22 aprile del 2016 a Napoli per il controllo del Rione Sanità.
Un agguato maturato nell'ambito della guerra tra il clan Genidoni-Esposito, detti i "Barbudos", e il clan Vastarella. La sentenza è giunta in serata.
Annullamento con rinvio alla Corte di Appello di Napoli invece per Alessandro Daniello (difeso dall'avvocato Antonio Del Vecchio) e per Addolorata Spina e Vincenza Esposito, rispettivamente madre e moglie di Genidoni (difese dall'avvocato Gennaro Pecoraro). Per tutti e tre la Corte di Assise di Appello di Napoli è ora chiamata a valutare la concessione delle attenuanti generiche eventualmente da ritenere equivalenti o prevalenti rispetto alle aggravanti della premeditazione, dei motivi abbietti e futili e del metodo mafioso.
I tre, secondo gli inquirenti, avrebbero rafforzato il proposito criminoso di Genidoni. Le due donne e gli altri tre imputati (Antonio Genidoni, figlio del boss Pierino Esposito, il suo braccio destro, Emanuele Esposito ed Alessandro Daniello) erano stati condannati all'ergastolo nel giugno del 2020. Nell'agguato - ribattezzato la strage delle Fontanelle - vennero assassinati Giuseppe Vastarello e il cognato Salvatore Vigna. Rimasero feriti Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alfredo Ciotola.