Avellino

di Paola Iandolo

Appalto per la fornitura delle mascherine durante l’emergenza Covid 19: evidenziata una nullità nell'avviso di conclusione delle indagini e gli atti sono stati rinviati al pubblico ministero per 19 imputati, tra cui figurano anche due dirigenti irpini della Protezione civile regionale e una componente dell’unità di crisi regionale. Dopo tre anni di indagini l’udienza preliminare i 19 imputati coinvolti in due dei filoni d’inchiesta sugli appalti dell’emergenza Covid non è stata celebrata e dunque è tutto da rifare.

Le accuse

Dagli atti di indagine, emergeva che la consegna della prima tranche di mascherine sarebbe stato di un quantitativo di gran lunga inferiore a quello stabilito con l’affidamento dell’appalto all’imprenditore di una “una ditta amica favorita da informazioni mirate”. Queste alcune delle ipotesi contestate dai pubblici ministeri partenopei. Ed ancora la pubblica accusa sosteneva che la fornitura di 2,5 milioni di euro di mascherine per bambini sarebbe avvenuta “nonostante la carenza dei requisiti richiesti”. Mentre per la terza irpina, componente dell’unità di crisi regionale - coinvolta anche nel filone d’inchiesta principale riguardante la fornitura degli ospedali modulari - la procura sosteneva che un whatsapp inviato il 16 marzo 2020 avrebbe fornito informazioni ritenute riservate sull’appalto pubblico.