Napoli

Napoli è in lutto. La città, la squadra di calcio, i tifosi. Se n’è andato, dopo una lunga malattia, Antonio Iuliano, per tutti solo “Totonno”. Il 26 avrebbe compiuto 81 anni. Storico capitano del Napoli, debuttò in serie A contro l’Inter il 17 febbraio 1963. Sedici campionati in maglia azzurra, 506 partite, 394 di campionato, 73 in Coppa Italia, 39 nelle Coppe europee. Ventisei gol. Sforò lo scudetto con il Napoli allenato da Vinicio. Era una forte presenza in campo, esempio di passione e impegno, il ruolo che si creò con un duro lavoro e molti sacrifici. Perché sentiva il dovere, lui napoletano di San Giovanni fra giocatori di varie provenienze, di rappresentare Napoli nel modo migliore, alla sua maniera di napoletano atipico: serio e irriducibile difensore della maglia azzurra, “capitano” nel vero senso della parola, e perciò anche paladino, nello spogliatoio. Insomma, un leader. Un fratello maggiore di tutti, ma un fratello che pretendeva impegno e rispetto come e quanto ne dava lui. In Nazionale Iuliano ha conquistato il titolo di campione europeo del 1968. Poi tre Mondiali cui ha partecipato (1966, 1970, 1974). In Messico giocò gli ultimi 17 minuti della finale contro il Brasile sostituendo Bertini. Col Napoli, Juliano vinse la Coppa Italia del 1976. Al Napoli la sua dedizione assoluta. Dopo la carriera da calciatore rientrò nel Napoli di Ferlaino come dirigente per vincere il campionato. Fu così che portò Krol e poi Maradona superando i dubbi di Ferlaino per il costo del giocatore. Il trasferimento del pibe sotto il Vesuvio grazie ad un colpo di mano e tutta l’astuzia napoletana.