Dopo le elezioni amministrative di Villa Literno nel 2011, nonostante il ruolo di responsabile dell'ufficio tecnico comunale, fu spostato in un locale angusto, senza scrivania e computer, e soprattutto senza compiti e mansioni da svolgere. Oltre dieci anni dopo, un tribunale gli ha dato ragione riconoscendogli di essere stato vittima di mobbing, ovvero di una condotta persecutoria e vessatoria, e condannando l'ente comunale a risarcirgli il danno quantificato in 30mila euro. La vicenda riguarda l'ex responsabile dell'Utc Antonio Fabozzi, tuttora in servizio sempre a Villa Literno come responsabile dell'Ufficio Abusivismo Edilizio; Fabozzi si è rivolse al giudice del lavoro nel 2017 e, assistito dall'avvocato Pasquale Marotta, ha ottenuto la sentenza favorevole dal tribunale di Napoli Nord (giudice Stefania Coppa). I problemi di Fabozzi sono iniziati dopo le Comunali del 2011, l'architetto Antonio Fabozzi fu immediatamente demansionato, con il Comune che affidò la posizione dirigenziale di tutta l'area tecnica ad un esterno, secondo il settore urbanistica ed edilizia in un'unica area. Fabozzi presentò ricorso e venne così di nuovo trasferito nell'area tecnica ma all'interno di un locale angusto e malsano, non disponendo di una sedia, scrivania e di un computer, senza alcuna mansione o compito, se non genericamente quello di "collaborare" , e senza alcun impegno tecnico specifico coerente con le proprie competenze e con l'esperienza maturata. Gli venne negato anche il nullaosta per ottenere l'incarico di responsabile dell'area urbanistica al Comune di Alife, nell'Alto Casertano; incarico che gli avrebbe consentito lo svolgimento di mansioni adeguate alle sue competenze. Tutte condotte ritenute mobbizzante dal giudice, che ha condannato il Comune di Villa Literno.
Spostato in ufficio senza sedia, scrivania e pc: fu mobbing, comune condannato
Era responsabile dell'Ufficio tecnico, fu spostato in locale angusto e senza alcuna mansione
Redazione Ottopagine