Nove condanne e sette assoluzioni. Si chiude cosi', dopo dieci anni, il processo di primo grado per il crollo di un porzione di palazzo Guevara alla Riviera di Chiaia, a pochi passi dal lungomare di Napoli. Il crollo avvenne la mattina del 4 marzo 2013 per un difetto di costruzione nelle paratìe a 18 metri di profondità. L'episodio, nel quale solo per un miracolo non si registrarono vittime, si verificò mentre nella zona erano in corso di realizzazione i lavoro della cosiddetta "metropolitana del mare", il treno che collegherà il lungomare con piazzale Tecchio.
Ad essere assolti, per non aver commesso il fatto, sia dall'accusa di disastro che di crollo colposo ci sono i seguenti professionisti: Ciro De Luca (Arco Mirelli scarl), Giorgio Mormone (Arco Mirelli scarl), Angiolino Belizzi (Arco Mirelli), Ettore Sacco (progettista), Paolo Santangelo (Trevi), Luigi Nardacci (Trevi) e Vincenzo Scotti (Arco Mirelli scarl).
Condannati a due anni pena sospesa per disastro colposo Giuseppe Annunziata (direttore di cantiere per Arco Mirelli), Federico Moccia (Ansaldo), Raffaele Imparato (responsabile unico del Comune), Angelo Ribecco (direttore dei lavori per Ansaldo), Antonio Liguori (Ansaldo), Mario Barbati (Arco Mirelli), Gabriele Santangelo (Trevi).
Un anno e sei mesi invece per Stefano Aversa (esponente del comitato tecnico scientifico nominato dal Comune con compiti di consulenza) e Gino Zanchini (Trevi). Il pm Federica D'Amodio, sulla scorta di una consulenza firmata dai periti Augenti e Prezioso, ha ritenuto che ci sarebbe stato un difetto di costruzione nelle parati'e a 18 metri di profondita' durante i lavori per a realizzazione della metropolitana, e il processo ha definito questa come la probabile causa del crollo di un pezzo di via Riviera di Chiaia, che determino' a sua volta il crollo di Palazzo Guevara di Bovino, al civico 73.