Salerno

Dopo Danilo Iervolino, anche il ds della Salernitana, Morgan De Sanctis ha rotto il silenzio. Il dirigente granata, in un'intervista concessa al Corriere dello Sport, ha parlato di passato, presente e futuro. Temi accomunati da una certezza: “ci salveremo perché abbiamo un organico per nulla inferiore alle quattro-cinque squadra che con noi si giocheranno la salvezza”.

Una convinzione che, chiaramente, si scontra con la prova offerta a Firenze ma che, secondo il ds granata, ha rappresentato soltanto un incidente di percorso. “Nella Salernitana attuale ci sono diciotto calciatori della passata stagione, quella dei 42 punti”, ha aggiunto De Sanctis. “Noi rivogliamo quella Salernitana”.

Non manca un passaggio importante sugli errori commessi e su scelte che, con il senno di poi, il ds non rifarebbe. In particolare De Sanctis ritiene di aver sottovalutato “la voglia di andare via di qualcuno”, parlando apertamente dei casi di Paulo Sousa e Boulaye Dia.

Nel caso del tecnico portoghese “pensai che si potesse ricostruire una storia”, ha detto il dirigente del cavalluccio marino. “Ma quel meccanismo virtuoso era saltato: la conferma sta nei tre punti in otto gare tutto sommato agevoli, negli infortuni e nelle conferenze stampa avvelenate che hanno reso complicata anche la gestione ambientale”. E quando gli si chiede se la madre degli errori sia stata la mancata cessione di Dia, De Sanctis ammette: “Ora pare di sì. Anzi le dirò, ci sta anche che qualcuno aggiunga: perché acquistarlo? Ma è stato il nostro centravanti principe. Poi all'ultimo giorno di mercato, quando pur volendo non avremmo potuto far nulla per sostituirlo, spunta un'offerta irricevibile ed offensiva dall'Inghilterra per averlo in prestito: cosa avrebbero detto di noi, o anche solo di me, se avessi compiuto quell'operazione?”.

In chiusura De Sanctis parla del rapporto con Iervolino, comprendendo la sua delusione ma spiegando di “aver sempre avvertito la fiducia dentro confronti che sono stati quotidiani. Lui come me sa che possiamo farcela”.