Un discorso vissuto e intenso, ripensato innumerevoli volte, corretto e riscritto con cura per trovare le parole più adeguate e le sfumature capaci di esprimere il profondo amore di un padre nell'ultimo commiato alla figlia. Giulia, scomparsa e poi ritrovata morta per mano dell'ex compagno Filippo Turetta, è stata commemorata da suo padre, Gino Cecchettin, al termine del funerale presso la Basilica di Padova, dove una folla numerosa si è radunata per rendere omaggio alla giovane.
Concludendo la cerimonia, Gino Cecchettin ha condiviso il suo dolore in quattro intense pagine, cercando di sintetizzare la sofferenza per la "tempesta terribile" che si è abbattuta sulla sua famiglia, già segnata dalla recente perdita della moglie Monica. Ha sottolineato il persistente dolore, affermando che sembra non avere fine, ma ha anche riconosciuto il sostegno ricevuto durante queste settimane difficili.
Gino ha descritto Giulia come una persona "straordinaria" che, dopo la morte della madre, ha assunto con coraggio il ruolo di "mamma". Ha lodato la sua forza e tenacia nei momenti di avversità, sottolineando che il suo spirito indomito ha ispirato tutti coloro che l'hanno conosciuta.
Il padre ha denunciato il femminicidio come esito di una cultura che devaluta la vita delle donne, sottolineando la responsabilità condivisa di famiglie, scuole, società civile e media. Ha invitato gli uomini a essere agenti di cambiamento e i genitori a insegnare ai loro figli valori come il sacrificio, l'impegno e la gestione delle sconfitte. Ha enfatizzato il ruolo cruciale della scuola nel promuovere la gestione costruttiva delle difficoltà senza ricorrere alla violenza e ha chiesto alle istituzioni politiche di unire le forze per affrontare la violenza di genere, superando le differenze ideologiche.
Gino Cecchettin ha concluso il suo intervento citando una poesia di Khalil Gibran e ha lanciato un appello a trasformare la tragedia della morte di Giulia in un catalizzatore per porre fine alla piaga della violenza sulle donne. Ha espresso la sua speranza che il dolore possa fertilizzare il terreno delle loro vite e germogliare in un futuro di amore, perdono e pace, concludendo il suo discorso tra gli applausi dei presenti.