“Gli uomini della polizia penitenziaria dell’istituto di via provinciale di San Biagio, supportati da unità in arrivo da Santa Maria Capua Vetere ed Avellino hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto della nuova Sezione detentiva del carcere trovando ben diciotto telefoni cellulari, perfettamente funzionanti, e della droga”, spiega Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria.
“Questa operazione evidenzia l’eccellenza del lavoro di sinergia e di squadra del corpo di polizia penitenziaria che come sempre si concretizza con ottimi risultati. Alle colleghe ed ai colleghi che hanno partecipato giunga il plauso del Sappe dopo l’ennesima brillante operazione nonostante le difficoltà che attraverso l’istituto in termini di carenza di personale.
Al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria rinnoviamo la richiesta di interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai reparti di polizia penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica di ultima generazione per contrastare l'indebito uso di telefoni cellulari o ogni altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani", conclude la sindacalista del Sappe.
Donato Capece, segretario generale del primo sindacato della polizia penitenziaria, rinnova ai vertici regionali e ministeriali dell’amministrazione penitenziaria un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere di Carinola rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria:
“La complessa operazione di servizio è stata compiuta con grande capacità professionale, senza alcun problema operativo ne reazioni da parte della popolazione detenuta. La polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del codice penale per l'ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi.
Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone: non è più accettabile e tollerabile scovare anche video e messaggi di detenuti in carcere (!) nelle varie piattaforme social!”.
Per il Sappe “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di polizia penitenziaria che opera, mille difficoltà, nel carcere di Carinola e nelle altre strutture regionali e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”: per questo il sindacato della polizia auspica un intervento dei vertici dell’amministrazione penitenziaria.