Pago del Vallo di Lauro

Clan Sangermano, arrivano le prime condanne per chi ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Condannato a tredici anni e otto mesi Agostino Sangermano, ritenuto a capo dell’omonimo clan che operava tra Avellino e Nola, decapitato da un’operazione dei Carabinieri di Castello di Cisterna e della Dia di Napoli nel novembre del 2022. Condannato anche il cognato Salvatore Sepe a dodici anni e due mesi, Onofrio Sepe a nove anni e quattro mesi, Paolo Nappi a otto anni e otto mesi, Giuseppe Buonincontri a otto anni e quattro mesi.  Assolto "per non aver commesso il fatto" sia dall'accusa di associazione a delinquere che di rapina Ezio Mercogliano - difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Vittorio Corcione. Quest'ultimo detenuto nel carcere di Larino è stato immediatamente scarcerato. Tutti avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato dopo che nei loro confronti era stato chiesto ed ottenuto il giudizio con il rito immediato.

Le richieste 

Il pubblico ministero antimafia Pietro Raimondi al termine della requisitoria davanti al Gup Chiara Bardi, aveva chiesto diciotto anni per Agostino Sangermano, presunto capoclan del sodalizio nato tra il nolano e l' Irpinia, diciotto anni anche per suo cognato Salvatore Sepe, dodici anni per Paolo Nappi, presunto braccio destro del boss Sangermano, 8 anni e 4 mesi invece per Giuseppe Buonincontri, dieci anni per Ezio Mercogliano, infine dodici anni per Onofrio Sepe. Sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ci sono anche le estorsioni per imporre la fornitura di mozzarelle ai locali, illecita concorrenza con minaccia e violenza contestata al solo Nicola Sangermano (che ha scelto il rito ordinario davanti al Tribunale di Nola) per le forniture imposte ai titolari di imprese. Contestata anche la serie di estorsioni per accaparrarsi terreni nell’alto casertano.