Enrico Polani è uno di quei calciatori che ha lasciato il cuore a Benevento. Nel Sannio ha militato dal 2006 al 2008, sfiorando prima la promozione in C1 attraverso i play off (fatale la sconfitta in finale col Potenza), per poi essere tra i trascinatori della squadra che ottenne il tanto atteso ritorno in terza serie. In giallorosso ha maturato i numeri personali più importanti di sempre tra presenze (66) e gol (24). Al tramonto dell'attività ha vestito anche i colori del Monterosi: "Sì, ma niente di che: l'ho fatto per avvicinarmi a casa". I colori giallorossi non sono mai andati via dalla sua mente: "Vi svelo subito una cosa: sono stato in vacanza in Puglia, lungo il tragitto sono passato per Benevento. Inutile raccontare l'emozione che ho provato. Quella non era una squadra, ma una grande famiglia. E io ho dato tutto per quella maglia".
Dopo la promozione c'è stata la tua cessione, quanto rammarico hai provato?
"È normale averne, non è stato affatto semplice andare via da Benevento. Pensavo di rimanere, ma il calcio è questo. In carriera ho vinto tanti campionati, per poi essere sistematicamente ceduto".
Però dai, sei un amuleto.
"Può darsi (ride ndr), ma ciò che ho vissuto a Benevento non ha niente a che vedere con le altre esperienze".
Che rapporto hai con Vigorito?
"Con una persona del genere come potresti lasciarti in maniera negativa? Vi prego, presentatemi chi ha mai avuto delle discussioni con il presidente: sono curioso di conoscerlo. Per me è stato come un padre, era un punto di riferimento in tutto. Oggi non ci sentiamo, ma lo è ancora. Qualora dovesse servigli il mio contributo per qualsiasi cosa, ci metterei cinque minuti a fare Roma-Benevento".
E di quei due anni a Benevento, cosa ricordi?
"Sono stato al Mancini la scorsa estate, mi ha chiamato il mio amico Diego Palermo e nell'occasione abbiamo ricordato tante cose. Ci sono stati tanti momenti belli, ma anche brutti, di cui uno in particolare. Come dimenticare il sostegno dei nostri tifosi, mi sono sempre stati vicini. Mi ha fatto piacere quando ci siamo incontrati all'Olimpico qualche anno fa, in occasione di Roma-Benevento. Mi hanno riconosciuto e salutato con affetto: ciò vuol dire che ho lasciato qualcosa non solo dal punto di vista calcistico, ma anche umano".
Che effetto ti ha fatto vedere il Benevento in Serie A?
"Era il sogno di Ciro, voleva sedersi vicino a Berlusconi, ricordate? Il sogno è stato realizzato, ma i Vigorito hanno sempre mantenuto la parola. I tifosi li hanno sempre apprezzati, ma credo che sia impensabile parlare male di queste persone. Quando sono arrivato a Benevento, qualche anno prima c'era stato un fallimento, non se ne parlava molto bene. Adesso c'è una società che viene invidiata anche da qualcuno in Serie A. L'obiettivo è stato raggiunto, ma sono convinto che c'è ancora la possibilità di ripetere l'impresa. Bisogna solo uscire dall'inferno".
Un inferno che si sta confermando molto complicato.
"Lo sappiamo tutti che la Serie C è molto difficile. Il rammarico più grande è quello di aver perso la Serie B. Sono state buttate tante occasioni al vento, anche perché la squadra non era da retrocessione".
Hai detto che sei stato al Mancini, che impressioni hai avuto?
"Andreoletti mi è sembrato molto preparato. La squadra è giovane con tanta voglia di mettersi in luce. Per il momento i risultati ci sono e sono certo che lotterà fino alla fine. Il Benevento è una società rinomata, tutti hanno paura di affrontarla. La Juve Stabia sta facendo bene, poi c'è l'Avellino che è forte. La Serie C sta stretta alla Strega, deve risalire quanto prima. Il rammarico è troppo grande per la retrocessione".
Questa tua rabbia per la retrocessione del Benevento sottolinea quanto tieni a questi colori.
"Sì perché in carriera non sono mai retrocesso, ma se mai fosse accaduto lo avrei visto come un fallimento personale. Ho seguito il Benevento in televisione e tantissime cose non sono andate per il verso giusto. Nei calciatori dello scorso anno deve esserci rivalsa, altrimenti sei arrivato. Dopo una retrocessione, non riuscirei neanche a guardare in faccia i tifosi o il presidente. Mi sarei tagliato lo stipendio".
Quando verrai a Benevento?
"La Serie C ha degli orari improponibili. Mi ero promesso che sarei venuto sotto le feste, vorrei programmare una partita con Diego Palermo e stare una intera giornata a Benevento. Spero di riuscire a organizzare il tutto, mi farebbe immenso piacere tornare ad abbracciare vecchi amici".
le foto sono tratte dalla rivista "Il Benevento" vol. 3, edita da l'Approdo