Frigento

"Sono trascorsi 43 anni ma ricordo tutto come se fosse ieri. Avevo appena 14 anni. Fu una serata indimenticabile quella del 23 novembre 1980. Ricordo di essere uscito vivo dal palazzo accanto. Sotto quelle macerie c'era un ragazzo morto, ho camminato al buio, aggrappato all'impermeabile di mio padre. Avevo 14 anni, abbastanza per vivere sempre con quel ricordo."

E' il ricordo commovente del collega Mediaset Fabrizio Filippone originario di Frigento in Irpinia. 

Nei piccoli comuni dell'Irpinia è impossibile cancellare dalla mente le immagini terribili di quella triste domenica che in un minuto e mezzo interminabile seminò morte, dolore e distruzione. Interi paesi rasi al suolo in un attimo dopo aver trascorso una giornata di novembre limpida e serena. Ma il terremoto è uno degli eventi che non bussa alla porta e neppure i più grandi centri sismologici del mondo potranno mai prevedere e studiare abbastanza. 

Frigento, come altri centri della provincia di Avellino figura nella mappa dei comuni ad alto rischio sismico. Anche qui oggi si pregherà per tutte le vittime di quella catastrofe.

Numeri impressionanti di un disastro avvenuto in poco più di un minuto. 2914 morti, 8.848 feriti, circa 280.000 sfollati. Un ipocentro di circa 30 km di profondità che colpì un'area di 17.000 km²  dall'Irpinia al Vulture,  a cavallo tra le province di Avellino, Salerno e Potenza.

L'apocalisse in pochi istanti

I comuni più duramente colpiti, decimo grado della scala Mercalli, Castelnuovo di Conza, Lioni, Conza della Campania, Laviano, Sant'Angelo dei Lombardi. Crolli e devastazioni ovunque. A Balvano sotto le macerie della chiesa dell’Assunta morirono 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa.

I primi telegiornali Rai non focalizzarono bene l’attenzione sul sisma e sulle sue reali proporzioni. Attenzione rivolta in un primo momento soprattutto sulla Basilicata, ma con il passare delle ore, venne fuori la vera catastrofe. 

Ritardi enormi nei soccorsi, la Campania si trovò impreparata dinanzi ad una sciagura così grande.

Difficoltà di accesso per i mezzi di soccorso e il recupero di vittime e superstiti. E’ tra queste macerie che nacque la Protezione Civile, oggi orgoglio internazionale, grazie proprio alla spinta del commissario Giuseppe Zamberletti, rivelatosi subito un angelo dei soccorsi in alta irpinia insieme all’esercito di volontari giunti da ogni parte.