Benevento

Le pensioni più povere d'Italia (pressappoco) che fanno da fondamenta del tessuto provinciale. Già, è così per il Sannio, dal quadro che emerge dall'analisi della Cgia di Mestre basata sui dati Istat.
Come noto, infatti, è emerso che a livello nazionale è stato superato il “break point”, con il numero di pensionati che è diventato superiore a quello dei lavoratori.
Ebbene, nel Sannio la sproporzione tra il numero di occupati e quello dei pensionati è tra le più marcate in Italia: il numero di cittadini che percepiscono trattamenti pensionistici è infatti di 115mila, mentre quello degli occupati è di 89mila, una sproporzione di 26mila unità.
Solo 15 province in Italia (tra cui le campane Salerno e Napoli fanno peggio del Sannio), ma in generale tutte le province campane hanno un numero di pensionati superiore a quello dei lavoratori: 1milione e 641mila cittadini campani lavorano, mentre 1 milione e 817mila percepiscono trattamenti pensionistici, con una sproporzione di 175mila unità.
Un problema evidente, come spiega anche la Cgia: “Un risultato preoccupante che dimostra con tutta la sua evidenza gli effetti provocati in questi ultimi decenni da tre fenomeni strettamente correlati fra di loro: la denatalità, l’invecchiamento della popolazione e la presenza dei lavoratori irregolari. La combinazione di questi fattori sta riducendo progressivamente il numero dei contribuenti attivi e, conseguentemente, ingrossando la fila dei percettori di welfare. Tra il 2023 e il 2027, ad esempio, il mercato del lavoro italiano richiederà poco meno di tre milioni di addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione . Insomma, nei prossimi 5 anni quasi il 12 per cento degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. Con sempre meno giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro, “sostituire” una buona parte di chi scivolerà verso la quiescenza diventerà un grosso problema per tanti imprenditori