"Carissimi giovani: non lasciatevi rubare la speranza! Il mondo e le sue logiche a volte perverse ci schiacciano sotto il peso di tensioni che mirano al successo, al denaro e al potere. Sono illusioni fondate sul niente! Non è nella ricerca dei beni che appagheremo il nostro bisogno di amore, ma è nelle relazioni, nelle nostre famiglie, negli amici, che saremo felici. Anzi vi dirò di più, è in Cristo, sommo bene, sommo amore che troveremo la vera gioia, o come la chiama l'evangelista Matteo, la beatitudine."
Sono le parole di don Daniele Palumbo, in una chiesa colma di dolore, nel giorno dei funerali del 31enne morto suicida nella sua abitazione.
"Abbiamo ascoltato un brano meraviglioso che parla di situazioni di semplicità, povertà, disagio. Tutte cose terrene e presenti nelle nostre vite da cui tutti vorremmo fuggire, eppure è lì, nelle pieghe inesplorate dei nostri insuccessi e infedeltà che troveremo le nostre opportunità. Ricordate la storia del buon ladrone? Era ritto sulla croce accanto a Gesù, nonostante la sua condotta di vita aveva un cuore buono e umile. Si rivolge direttamente a Gesù dicendo: “Signore abbi pietà di me!”
Così carissimi apriamoci anche noi a Cristo, superiamo le resistenze e i condizionamenti, insieme a tutti quei pregiudizi sulla Chiesa che ci fanno correre altrove a volte con un atteggiamento di superiorità. Siamo tutti sulla barca di Pietro in preda alla tempesta, anche a me oggi e anche a te, se vuoi, il Signore da un'altra possibilità: oggi stesso sarai con me nel Paradiso!
Sono convinto che anche per Tony - ha detto don Daniele - oggi ci sia una seconda possibilità, che anche per lui ci sia una festa preparata in cielo, basta un cuore vero e capace di amare e di aprirsi al pentimento, così come lo era il suo.
Nella lettera san Giovanni scrive che chi non ama rimane nella morte, allora apriamoci tutti all’amore vicendevole."
Alle famiglie e a tutti gli adulti
"Vale lo stesso messaggio: basta correre, basta seguire idoli, ricercate la gioia nelle persone che il Signore vi ha donato accanto. E vi prego non toccate i giovani, non giudicateli o condannateli quando fanno qualcosa che non va, amateli di vero cuore prendendovi sempre cura di loro."
Rivolgendosi poi ai familiari del giovane affranti dal dolore
"Carissimi Michele Giovanna Gerarda e Alessio, Chiara Corbella, una venerabile romana, così scriveva alla morte dei suoi figli: "Siamo nati e non moriremo mai più", anche se in quest'ora di tribolazione nulla può consolarci, ricordatevi che in Cristo nulla è perduto!
Oggi siamo come Maria ai piedi della Croce che piange un figlio morto senza colpa, domani contempleremo nella gioia la vita che rinasce!"
Particolarmente significativo un ricordo di Gianmichele
"In un ora di particolare difficoltà, quando anche lui era in preda alle difficoltà della vita umana per altri motivi, ha ricevuto una verità di fede che oggi vi consegno: "Il meglio della mia vita deve ancora venire".
È così anche per te Tony, il meglio deve ancora venire, forse lo hai sperato ma non sei riuscito a trovarlo qui in mezzo a noi, forse anche tu eri troppo fragile. Oggi che però i tuoi giorni terreni sono conclusi aiutaci a capire, donaci consolazione, tienici accesa la speranza!"