Salerno

È in arrivo un nuovo anticorpo monoclonale che proteggerà i piccoli per sei mesi dal virus respiratorio sinciziale. A darne notizia è Aurelio Occhinegro, segretario della Federazione Italiana Medici Pediatri di Salerno. “Si prospetta l’introduzione di un nuovo anticorpo monoclonale (nirsevimab), che garantisce una durata di protezione simile a quella degli anticorpi materni (dunque sei mesi circa); a fronte di un costo che comunque non sarebbe lieve per il sistema sanitario nazionale (certamente però di gran lunga inferiore al palivizumab) potrebbe garantire, somministrato intanto nelle prime fasi di vita, una copertura del periodo invernale. Dal punto di vista di strategia sanitaria si potrebbe dunque ipotizzare di immunizzare intanto i nati nel periodo stagionale pericoloso, ed arginare dunque la diffusione della patologia, per estendere poi, in base ai risultati ottenuti e alla prevedibile diminuzione dei costi relativi, a tutti i nuovi nati, in attesa di un vaccino universale che possa risultare efficace fin dalle prime fasi della vita”.

Il virus respiratorio sinciziale, infatti, è responsabile - da solo - di buona parte delle infezioni respiratorie più serie, tra cui appunto le bronchioliti, che spesso richiedono un ricovero ospedaliero. Occhinegro ha fornito alcune cifre che danno un’idea della pericolosità del virus: il 50% delle forme respiratorie da ospedalizzare è relativo al solo virus respiratorio sinciziale (seguono influenza, parainfluenza ed anche i Rhinovirus , che dunque in alcuni casi non si limitano al banale raffreddore); nei primi due anni di vita oltre il 90% dei bambini avrà contratto il virus respiratorio sinciziale, in forme più o meno leggere: uno su cinque necessiterà di un controllo ambulatoriale e uno su 50 dovrà essere ospedalizzato; degli ospedalizzati, l’81% ha meno di un anno (il 63% meno di tre mesi); il 48% per cento degli ospedalizzati è in seguito a rischio di sviluppare un’asma grave.