Napoli

"Questa mattina alle ore 7.30 un gruppo di persone incappucciate è entrato nella sede di palazzo Giusso dell'Università degli studi di Napoli L'Orientale, ha fatto uscire il personale e si è barricato dentro". Così si informa in una nota dello stesso ateneo. Il rettore dell'Orientale, Roberto Tottoli: "Condanniamo con fermezza l'occupazione di una nostra storica sede, un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti non solo dell'Ateneo ma della democrazia e delle istituzioni. Un conto è manifestare le proprie opinioni, un conto è impedire il regolare svolgimento delle attività istituzionali".

Il professor Tottoli ricorda che oggi in programma a palazzo Giusso c'erano non solo le attività didattiche "ma anche un incontro proprio sulla crisi israelo-palestinese, che ovviamente è saltato. Occupare chiudendo l'accesso al palazzo è un atto che non posso credere sia stato compiuto dagli studenti dell'Orientale, perché da trecento anni noi insegniamo il confronto tra tutte le culture e tutte le posizioni, confronto che deve essere sempre democratico e pacifico. La violenza non è mai una soluzione e non porta mai alla risoluzione di nessun conflitto".

 

"Con la Palestina fino alla vittoria"

Gli studenti che hanno occupato la sede dell'Università l'Orientale di Napoli hanno esposto al balcone centrale di Palazzo Giusso uno striscione: "Con la Palestina fino alla vittoria". In un comunicato diffuso sui social si spiega: "Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio: è stato impedito l'accesso a Gaza di cibo, acqua, cure e carburante, i bombardamenti sono all'ordine del giorno e mirano indiscriminatamente case, scuole e ospedali". Quindi si aggiunge: "Vogliamo denunciare anche dai luoghi del sapere la complicità ed il silenzio delle nostre istituzioni e del governo. Il nostro è un atto che ha la finalità di riaprire il dibattito anche all'interno dell'università e far prendere posizione questa istituzione". Poi si sottolinea: "Sappiamo che il nostro ateneo, come altri nel resto del Paese, intrattengono rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l'apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un'università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano"